(voce di SopraPensiero)

 

Arte e scienza, composto tra il 1906 e il 1908, è considerato uno degli epicentri teorici della riflessione estetica condotta da Pirandello i cui principi non saranno mai smentiti nelle opere successive.

Nel saggio, lo scrittore ha modo di approfondire alcune tematiche già sviluppate nella produzione narrativa, tra cui l’idea dell’instabilità dell’identità individuale che si ricollega all’opera dello psicologo Alfred Binet, precursore di Freud e della psicanalisi. Dall’opera Le alterazioni della personalità, Pirandello aveva infatti appreso che la personalità degli uomini è molteplice poiché muta a seconda delle situazioni e si chiede «qual partito potrebbe trarre da questi esperimenti la critica estetica per la intelligenza del fenomeno non meno meraviglioso della creazione artistica».

Questo è solo uno degli spunti che porterà Pirandello a riflettere sulla mutevolezza dell’uomo e dunque sul tema della follia, dello sdoppiamento e della dissociazione individuale che sono la causa di una profonda angoscia esistenziale.

In Arte e scienza Pirandello puntualizza inoltre la distanza dalla dottrina del filosofo Benedetto Croce affermando che l’opera d’arte non è una pura e irrazionale esperienza lirica, ma si collega alla logica, alla scienza e alla ragione: «tutto il rapporto è assolutamente arbitrario, e l’arbitrio consiste appunto nell’avere fin da principio staccato con un taglio netto le varie attività e funzioni dello spirito, che sono in intimo inscindibile legame e in continua azione reciproca; nell’avere scisso la compagine della coscienza, considerandone solo una parte, che soltanto per astrazione può immaginarsi disgiunta dalle altre, e nell’aver fondato l’arte su questa».

Sinossi a cura di Daniela Di Lisio

Dall’incipit del libro:

Rileggendo nel libro di Alfredo Binet Les altérations de la personnalité quella rassegna di meravigliosi esperimenti psico-fisiologici, dai quali, com’è noto, si argomenta che la presunta unità del nostro io non è altro in fondo che un aggregamento temporaneo scindibile e modificabile di varii stati di coscienza più o meno chiari, pensavo qual partito potrebbe trarre da questi esperimenti la critica estetica per la intelligenza del fenomeno non meno meraviglioso della creazione artistica, se oggi non fosse venuto in uso e in vezzo ostentare un soverchio disdegno per la intromissione (altri dice intrusione) della scienza nel campo dell’arte.
Certo, questo disdegno è suscitato in noi giustamente, almeno in gran parte, dagli eccessi di alcuni, diciamo così, troppo fantastici professori di critica antropologica, i quali, pur protestando qualche volta di non volere entrar giudici in materia d’arte e di letteratura, seguitano imperturbabili ad applicare a questo e a quell’artista le loro elucubrazioni patologiche fondate quasi sempre su l’ignoranza della materia artistica e letteraria, e perciò sconclusionate. Del resto, anche quando non si abbia la crassa ignoranza, è ben naturale che uno studioso, il quale passi da un laboratorio di fisiologia o da una clinica psichiatrica allo studio dei fenomeni estetici, non riesca per quanto faccia, a spogliarsi dell’abitudine di dare, nell’esame di questi fenomeni, una parte preponderante all’importanza che può avere il caso patologico nelle varie espressioni artistiche.

Scarica gratis: Arte e scienza di Luigi Pirandello.