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Questo romanzo di Vittorio Bersezio del 1881 è la continuazione del romanzo La vendetta di Zoe, dello stesso anno, già pubblicato in Liber Liber.
I protagonisti principali sono gli stessi. L’epoca di svolgimento della vicenda è quella dopo la guerra di Crimea, quindi dopo il 1856. A questo conflitto tutt’e due i protagonisti, il conte di Camporolle e il conte di Sangrè, hanno partecipato con onore, in forza dell’esercito Sabaudo.
In una tenue cornice storica si svolge la vicenda dei due protagonisti. Tenue perchè, nonostante la vicenda si svolga in un preciso periodo storico, e vari protagonisti secondari siano personaggi storici sia del Ducato di Parma – ambientazione del lavoro precedente – sia del Regno di Sardegna (ad es. il Cavour, i quale si sarebbe interessato della non nobiltà di uno dei protagonisti! Penso che i suoi pensieri fossero altri!), e si faccia un rapido e superficiale cenno ad alcuni fatti storici, il testo risulta totalmente di pura fantasia.
Del clima che si percepisce nel romanzo storico per antonomasia, I Promessi Sposi, questo testo non ha nulla.
In una cornice più storica era il testo di cui si è fatto cenno in precedenza, ambientato a Parma nel 1854, anno dell’assassinio del Duca Carlo III di Borbone.
Dopo un inizio un po’ in sordina hanno inizio una serie di colpi di scena (teatrali) che fanno evolvere la vicenda, per vari aspetti amorosa e conflittuale, fino ad un lieto epilogo dove tutti i personaggi trovano alla fine la loro adeguata soluzione.
Non è utile dire nulla della trama di questo testo perché si farebbe perdere il gusto della lettura. Il racconto ha aspetti molto teatrali ed è di piacevole lettura. Molto teatrale o cinematografico è ad esempio il colloquio fra la contessina Albina e Matteo Arpione, che immedesima il lettore nella vicenda come la sceneggiatura di un buon film.
Sinossi a cura di Giuseppe Piero Perduca
Dall’incipit del libro:
Era una triste giornata nel palazzo Sangré di Valneve: l’anniversario della morte del conte-presidente.
Già quattro volte era tornato questo giorno funesto e sempre tutti i componenti della famiglia s’erano raccolti a celebrarlo solennemente, con mite, ma sincero e profondo cordoglio. Il primogenito Ernesto, diventato maggiore dopo il suo ritorno dalla Crimea, accorreva da qualunque luogo in cui egli si trovasse di guarnigione, fosse pur la Sardegna; i coniugi Respetti-Landeri venivano da Milano, e tutti quanti si erano trovati aggruppati intorno al letto di morte di quell’uomo giusto, si ritrovavano di nuovo raccolti a rievocarne più viva in quel giorno la memoria, a confermare con nuove lagrime il rimpianto della sua perdita, a invocare con più ardenti preghiere la benedizione dello spirito di lui sul capo dei superstiti.
Scarica gratis: Aristocrazia. Il segreto di Matteo Arpione di Vittorio Bersezio.