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(voce di SopraPensiero)
L’8 settembre 1847, Giuseppe Mazzini scriveva a Pio IX, invitandolo a mettersi a capo del moto risorgimentale, prefigurando da quel momento la sostituzione della fede cristiana con una “religione della Patria”, che egli stesso riterrà legittima, assumendo nel marzo 1849 la carica di triumviro della Repubblica Romana.
Dall’incipit del libro:
Concedete a un Italiano, che studia da alcuni mesi ogni vostro passo con un’immensa speranza, d’indirizzarvi, in mezzo agli applausi, spesso pur troppo servili e indegni di Voi, che Vi suonano intorno, una parola libera, e profondamente sincera. Togliete per leggerla alcuni momenti alle cure infinite; da un semplice individuo animato di sante intenzioni può escire talvolta un grande consiglio; ed io Vi scrivo con tanto amore, con tanto commovimento di tutta l’anima mia, con tanta fede ne’ destini del paese, che può per opera Vostra risorgere, che i miei pensieri dovrebbero essere la verità.
E prima è necessario, Beatissimo Padre, che io Vi dica qualche cosa sul conto mio. Il mio nome V’è probabilmente giunto all’orecchio: ma accompagnato di tutte le calunnie, di tutti gli errori, di tutte le stolide congetture che le polizie, per sistema, e molti uomini del mio partito, per poca conoscenza e povertà d’intelletto, v’hanno accumulato d’intorno. Io non sono sovvertitore, nè comunista, nè uomo di sangue, nè odiatore, nè intollerante, nè adoratore esclusivo di un sistema, o d’una forma immaginata dalla mente mia. Adoro Dio e un’idea che mi par di Dio: l’Italia Una, angiolo d’Unità morale, e di civiltà progressiva alle nazioni d’Europa. Quì e dappertutto ho scritto come meglio ho saputo contro i vizi di materialismo, d’egoismo, di riazione, e contro le tendenze distruggitrici che contaminano molti del nostro partito.
Scarica gratis: A Pio IX Pontefice Massimo di Giuseppe Mazzini.