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(voce di SopraPensiero)Dopo aver spiegato – nel suo precedente Litigare per crescere, di cui abbiamo già avuto occasione di parlare – che il litigio fra bambini non è affatto qualcosa da evitare sempre e comunque, come se in esso risiedesse «il fallimento dell’educazione», bensì una tappa del processo di socializzazione e di scoperta di sé e degli altri (che l’educatore deve saper gestire, ma non soffocare), Daniele Novara torna oggi a parlare – nel suo ultimo Litigare con metodo. Gestire i litigi dei bambini a scuola (ed. Erickson), scritto con Caterina Di Chio – proprio di questo difficile compito che è la gestione dei litigi a scuola, dove l’autonomia dell’insegnante è limitata rispetto a quella del genitore e dove la presenza di tanti bambini rende più delicato e problematico ogni intervento.
Con un linguaggio semplice e diretto l’autore mostra che il litigio non è per niente una forma degenerata di confronto, ma al contrario una salutare e benvenuta prassi che svolge il ruolo di antidoto verso quelle emozioni che, se represse troppo a lungo, possono incancrenirsi e dar luogo a un carattere che non riesce a gestire l’aggressività. In estrema sintesi, il litigio tra bambini (e anche tra adulti, auspica l’autore) deve cessare di essere un tabù, per diventare quello che è più propriamente: uno strumento.
Nella seconda parte del volume Caterina Di Chio concentra la sua attenzione sui risultati (e sul metodo) della ricerca sperimentale, dedicando ampio spazio alle opinioni degli insegnanti e dei bambini stessi.
Litigare con metodo è uno studio saldamente ancorato all’idea di una pedagogia maieutica – più «attentiva» (rivolta all’ascolto del bambino e alle sue specificità) che «trasmissiva» (improntata al dire al bambino come dovrebbe comportarsi) – trattata e suggerita da entrambi gli autori, con una nutrita bibliografia utile al lettore italiano.
D. Novara, C. Di Chio, Litigare con metodo. Gestire i litigi dei bambini a scuola, ed. Erickson, 2013, pp. 103, euro 17.