(voce di SopraPensiero)

copertina_cattiverie_obbligatorie27 racconti fulminanti uniti da un sottile doppio filo. 27 protagonisti di cattiverie: quelle obbligatorie per chi infine si ribella all’essere stato vittima, consapevole o no, di qualcuno che ha amato, di qualcuno cui si è affidato, di qualcuno che ha dovuto sopportare. Una terapia della mente, una liberazione necessaria, quella raccontata in questo divertissement con la leggerezza dell’ironia.

Così li recensisce Linda Brunetta:

Francesca Alfonsi ha scritto una raccolta di racconti di vite ordinarie, ognuna con un epilogo straordinario: la morte violenta.
In un mondo dominato dall’arroganza, dalla prepotenza, dall’esercizio del potere in tutte le sue forme, l’unica via d’uscita è l’immaginazione. E Francesca Alfonsi immagina tremende e sottili vendette dei deboli contro i forti.
I protagonisti riassumono la propria vita raccontandola in prima persona in poche fulminanti righe, ma sono quasi sempre vite in cui il vero protagonista è l’Altro o gli Altri. Sono vite nell’ombra di qualcuno più forte, più potente, più fortunato, che sia un capo o il marito o il padrone del cane.
Ogni racconto si conclude con una nemesi. Nemesi, colei che secondo la mitologia greca metteva giustizia ai delitti irrisolti o impuniti, perseguitando i malvagi, è il filo conduttore che attraversa tutte le storie.
Il lettore, una volta compreso il meccanismo, che pare ripetitivo, ma non lo è, dopo le prime righe di una nuova storia, prova ad indovinare come verrà «eliminato il cattivo», ma viene sempre colto di sorpresa, come in una buona sceneggiatura di un classico thriller americano.
Non sono dei Mel Gibson o dei Clint Eastwood i protagonisti di queste 27 storie di cattiverie, non sono super-eroi, ma persone normali, quasi insignificanti, devote al più forte, più potente, più fortunato. Contribuiscono al suo successo, alla sua felicità, per poi venire immancabilmente deposte, mortificate, dimenticate, forse anche per colpa loro, per non aver saputo capire in tempo che erano solo uno strumento.
A differenza di quanto ci viene insegnato, non accettano la loro sorte porgendo l’altra guancia, passano dall’amore e dall’ammirazione, all’odio. Un odio muto, silente, calmo e si vendicano con accurata crudeltà, diventando finalmente in questo distruttivo atto finale, protagoniste della propria vita. Politicamente molto scorretto? Ma chi non ha sognato almeno una volta di esserlo in un mondo dove ottenere giustizia è diventato una vaga chimera? Chi non ha mai immaginato la morte del crudele, banale, stupido, piccolo, mediocre persecutore quotidiano, che tutti coloro che si riconoscono vinti, perdenti, diversi, vessati, hanno incontrato nell’arco della propria vita? Uomo, donna, cane, amico, amante, segretaria, moglie, c’è sempre qualcuno che perseguita qualcuno che subisce.
«A volte certe cattiverie sono obbligatorie», è la frase finale che riassume perfettamente il significato del libro. Le cattiverie non obbligatorie invece sono quelle infl itte con noncuranza e indifferenza, quelle gratuite, apparentemente senza un motivo, che servono solo a sancire la differenza fra chi può e chi non può.
Almeno lasciateci immaginare.

Autore
Maria Francesca Alfonsi
Editore
Pequod Italic
Pagine
118

ISBN

978 88 96506 561

Prezzo
15 euro