Han d’Islande (Han d’Islanda) è il secondo romanzo di Victor Hugo, pubblicato nel 1823, e si presenta come un’avventura gotica ricca di intrighi politici, amore e orrore.

La trama si svolge in Norvegia nel 1699 e ruota attorno al nobile Ordener Guldenlew, un giovane coraggioso e innamorato di Ethel, la figlia di Peder Griffenfeld, un ex conte caduto in disgrazia e imprigionato per tradimento e cospirazione contro il re danese. Per riabilitare il nome della famiglia di Ethel e ottenere la sua mano, Ordener si impegna in una pericolosa missione: trovare Han d’Islande, un uomo brutale e quasi sovrumano, un fuorilegge islandese che terrorizza la regione settentrionale della Norvegia con i suoi crimini e massacri, spesso accompagnato dal suo orso polare. Han d’Islande nutre un odio profondo per l’umanità, e in particolare per la famiglia Griffenfeld.

Durante la sua ricerca, Ordener si imbatte in una serie di personaggi eccentrici e oscuri, tra cui Benignus Spiagudry, un anziano custode della morgue e dell’ossario del re, che lo aiuta nel suo intento. Parallelamente, si sviluppa una complessa trama secondaria di intrighi politici che coinvolge Musdoemon (Hacket), il segretario del conte Ahlefeld, il quale sta fomentando una rivolta tra montanari e minatori contro il dominio danese.

Il viaggio di Ordener lo porta in luoghi selvaggi e inospitali, tra foreste innevate e dirupi, dove si confronta con la natura ostile e la barbarie umana. La figura di Han d’Islande emerge come quella di un “mostro” sia fisico che morale, incarnando il lato più oscuro e irrazionale dell’esistenza.

Dopo lunghe e travagliate peripezie, Ordener riesce a trovare Han d’Islande, lo affronta ma ne esce sconfitto. Verrà arrestato come partecipante alla rivolta, e si accuserà come unico responsabile per scagionare il padre di Ethel, venendo condannato a morte. Ma ci sarà naturalmente un lieto fine…

L’edizione che abbiamo utilizzato, del 1835, indica il nome del traduttore con le sole iniziali (F. C.). Ho il sospetto che sia stato lo stesso traduttore a richiederlo, vergognandosi del suo lavoro… Ho cercato di rispettare le regole manuziane, restando il più fedele possibile al testo stampato, ma quando ho trovato “aprito” invece di “aperto” confesso che non ce l’ho fatta.

Sinossi a cura di Claudio Paganelli

Dall’incipit del libro:

– Ecco a qual termine conduce l’amore, compare Niels: questa povera Guth Stasen non giacerebbe là distesa sopra quella gran pietra nera, come un’alga marina, dimenticata dalla marea, se avesse atteso soltanto a riattare la barca, e ad aggiustare le reti del padre, nostro vecchio camerata, che S. Usulfo il pescatore consoli nella sua afflizione.
– Ed il di lei fidanzato, ripigliò una voce acuta e tremante, Gill-Stad, quel bel giovinetto che vedete al suo fianco, là non giacerebbe se invece d’amoreggiare con Guth, e di cercar fortuna in quelle maledette miniere di Rarras avesse passata la giovinezza a cullare il letto del suo giovine fratello, pendente dalle affumicate travi della capanna.
Niels, cui rivolgeva il discorso il primo interlocutore, lo interruppe. – La vostra memoria invecchia con voi, madre Olly. Gill non ebbe mai fratello, e perciò appunto il dolore della povera vedova Stad sarà più amaro, poichè ora è affatto deserta la sua capanna: se vuole guardare il cielo per consolarsi, troverà tra i suoi occhi ed il cielo il vecchio tetto, da dove pende tuttora la vuota culla del fanciullo, che arrivato agli anni della gioventù le fu dalla morte rapito.
– Povera madre ripigliò la vecchia Olly quanto al giovine è colpa sua: perchè farsi minatore a Rarras?

Scarica gratis: Han d’Islanda di Victor Hugo.