Questo opuscolo fu pubblicato – anonimo – per la prima volta in Svizzera nel luglio del 1944, nella ricorrenza dei vent’anni dall’assassinio di Giacomo Matteotti, poi ripubblicato nel marzo del 1945 dalle Edizioni dell’Avanti, che qui riproduciamo, in occasione del centenario.
Modigliani si occupò dell’assassinio sia come compagno di partito ed amico di Matteotti, che come avvocato della moglie, che si costituì parte civile nel processo che viene qui descritto.
Il 30 maggio 1924, Matteotti prese la parola durante la seduta della Camera dei deputati che doveva convalidare le elezioni del 6 aprile, e pronunciò un durissimo discorso in cui contestò i brogli e le violenze che le avevano caratterizzate. Era ben conscio di quanto sarebbe successo: sedutosi al suo posto, disse al compagno di partito che sedeva vicino a lui “Ora voi preparate il discorso funebre per me”. Il 10 giugno, Matteotti venne rapito da una squadra di fascisti, comandati da Amerigo Dumini, uomo di fiducia di Mussolini per questo tipo di attività, venne ucciso e il suo cadavere fu nascosto in un bosco. Il governo fascista inizialmente negò qualsiasi responsabilità, ma quando, trascorsi alcuni mesi, si sentì abbastanza forte da permetterselo, fece ritrovare il cadavere, ed il 3 gennaio del 1925, Mussolini fece un discorso alla Camera in cui rivendicò la responsabilità politica (se non giuridica) di quanto era successo, e da quella data gli storici fanno partire il vero e proprio regime dittatoriale.
Una ricostruzione fedele del discorso di Matteotti e delle indagini sul suo assassinio è resa nel bel film di Florestano Vancini del 1973, disponibile su Youtube:
https://www.youtube.com/watch?v=UY_POy2laiU&t=182s
Sinossi a cura di Claudio Paganelli
Dall’incipit del libro:
Vent’anni non son passati invano ed è possibile formulare la previsione che il prossimo anniversario, non contrastato, non in sordina, sarà celebrato a Roma. L’anniversario dell’assassinio di Giacomo Matteotti: il magnifico San Sebastiano del socialismo italiano.
Predestinato: e per le sue origini familiari e per tutto quanto aveva compiuto nel breve giro dei suoi trentanove anni di vita. La famiglia materna aveva dato infatti militanti e martiri alle primissime agitazioni carbonare del 1821, svoltesi appunto a Fratta Polesine: ove Matteotti nacque il 22 maggio 1885 e dove crebbe nel culto di quei precursori e nello studio delle carte che ne documentavano l’opera.
In questa atmosfera di tradizioni e d’ideale egli si dedicò dapprima allo studio del diritto e dell’economia, lasciando anzi un grosso volume sulla «recidiva», che ancor oggi fa testo: tanto la conoscenza delle regole giuridiche e della loro concreta applicazione, vi è fecondata da dati e direttive sociologiche precise e profondamente umane. Nulla di più naturale dunque, per Matteotti, del suo immediato orientarsi verso il socialismo, già prima dell’altra guerra, del suo sollecito interessarsi al movimento operaio agricolo del Polesine e, più specialmente, all’operoso movimento cooperativo in quella regione, al quale fu poi largo, sempre, di consigli e di aiuti mai sbandierati, ma, è inutile dirlo, sempre disinteressati e larghi.
Scarica gratis: L’assassinio di Giacomo Matteotti di Giuseppe Emanuele Modigliani.