La novella Il dubbio forma la seconda parte del secondo volume di novelle Dalla Vita. La traduzione italiana delle rimanenti novelle è compresa nel volume che prende il titolo da una di queste, Aurora Bunge.

Il tema della novella è il contrasto tra una visione rigidamente religiosa – quella del pietismo che conosceva nel nord Europa in quel tempo gli ultimi anni della sua influenza – e il libero pensiero. Quest’ultimo è interpretato da Ellinor, giovane ricca e spensierata seppure riflessiva e attenta, che si mostra scettica di fronte all’idea di Dio e dei misteri della religione. Ma il giovane pastore Adriano, alle prediche del quale Ellinor aveva assistito insieme alla madre e alla sorella Tea, riesce a suscitare un’attrazione che si trasforma in amore. Ellinor cerca di piegare la propria indole alle indicazioni rigide e severe di Adriano, nel frattempo diventato suo marito, ma le contraddizioni che vengono aperte in lei divampano fino a consumarla in maniera fatale.

Di fronte al mistero della vita e della morte il dubbio e lo scetticismo si fanno quindi strada in maniera più concreta nell’animo della spensierata sorella di Ellinor, Tea: «le due diverse intuizioni della vita, […], si combattevano nell’intimo del suo pensiero». Di fronte al manifestarsi della morte anche per Adriano si prospettano alla mente possibili strade diverse, e subentra lo sconforto di non essere stato in grado per nulla di interpretare il progetto divino, ma di essersi voluto sostituire lui stesso a Dio.

La forza di questa narrazione consiste nel non presentare al “dubbio” soluzioni di tipo ideologico ma affrontarlo in maniera aperta; il solco che si crea appare insanabile non tanto tra una visione religiosa e una scettica, ma tra chi interpreta questa diversità in maniera totalizzante e chi invece ammette la pluralità e la diversità.

Evitando ogni superfluo fronzolo descrittivo, l’autrice si rivela notevole indagatrice sia dei moti dell’anima che dell’ambiente; la breve estate nordica fa da sfondo al contrasto tra la vita cittadina e quella “villeggiante” ed è presentata in maniera efficace sia in se stessa che come elemento condizionante della psiche e delle occupazioni.

Con la medesima abilità e senza alcun particolare compiacimento ideologico viene presentata la dicotomia tra il vivere dei ricchi e quello dei più umili ed emarginati, il disagio dell’azione caritatevole e la difficoltà ad immaginare soluzioni nuove al secolare problema della povertà e dell’oppressione.

Il testo della novella è preceduto da un’utile prefazione biobibliografica di Enrica Capacelatro, nota traduttrice in genere con lo pseudonimo di Duchessa d’Andria, prevalentemente dal russo. La novella fu recensita molto favorevolmente all’epoca della pubblicazione da più riviste di critica letteraria; tra le molte recensioni voglio ricordare quella del filosofo Giuseppe Rensi su “Critica Sociale” che fa un parallelo con il romanzo di Daudet l’Evangelista.

«Ma Elina Ebsen [la protagonista del romanzo di Daudet] sicura della sua nuova intuizione della vita, spezza attorno a sé tutti cuori che l’amavano per seguire rigidamente la sua vita, Ellinor consunta dalla lotta interna tra i suoi nuovi doveri e la sua intima mancanza di fede, sentendosi quindi infelice nella nuova vita di religione e di sacrificio, ma nello stesso tempo non potendo ritornare all’antica che le appare frivola e vuota, non giunge a trovare la sua terza strada e ne viene essa stessa spezzata. L’azione del misticismo non riesce quindi così antipatica in Dubbio come nell’Evangelista.[…] in ciò giace appunto la differenza tra i due opposti indirizzi letterari: la scuola naturalista dell’arte per l’arte, e quella, più umana, dell’arte per la vita, le cui opere più alte (con Tolstoi, Dostoiewski, Ibsen, Björnson) ci vengono appunto da quell’Europa giovane dove anche la Leffler nacque e fino a pochi anni addietro abitò. Ora, tutta l’opera della signora Leffler ha questo largo palpito umano, tutta è una lotta contro quello che è convenzionale nella società.»

Certamente il grande filosofo scettico possedeva al meglio ogni strumento intellettuale per comprendere e mettere in risalto in poche righe la grande capacità introspettiva dell’autrice che propone sotto forma di racconto il travaglio interiore che la animava.

Sinossi a cura di Paolo Alberti

Dall’incipit del libro:

Per la via Caterina, che là, in alto sulla collina di Söder, serpeggia in pittoreschi andirivieni e poi scende con rapido pendìo verso il quartiere Stadsgârd, una via addirittura sconosciuta a molti abitanti di Stoccolma, si notava uno straordinario movimento. Passavano a piedi signori elegantemente vestiti; i sonagli tintinnavano, e le slitte, l’una dietro l’altra, s’inseguivano rapidamente tra alti cumuli di neve.
Le piccole e basse casipole, sparse qua e là su per le rocce, avevano un aspetto sì ridente da destar l’invidia d’ogni più ricco castello. Giù, ai loro piedi, apparivano il mare, lo Djurgârd, lo Skeppsbro, tutta la famosa entrata di Stoccolma. Ma probabilmente nessuno degli abitanti di quelle casipole aveva pensato a godersi tutto quello splendore che ora attirava tanto l’attenzione dei viandanti. Si affollavano invece alle finestre ed alle porte per ammirare quel rapido bagliore di ricchezza o di lusso, che rappresentava agli occhi loro la sola vera felicità della vita. Non era per altro la prima volta che godessero siffatto spettacolo; si era spesso ripetuto le domeniche, dacchè il famoso predicatore aveva cominciato, di tanto in tanto, a predicare nella piccola cappella delle Diaconesse, sul più alto ripiano della collina.

Scarica gratis: Dubbio di Anne Charlotte Leffler.