Sullo sfondo della città di Parigi, della quale l’autore ci lascia intravedere sia la bellezza che la dilagante corruzione, possiamo seguire in questo romanzo storico la rapidità dell’ascensione del Secondo Impero e il suo lento e inesorabile declino. Il dominio dell’imperatore Napoleone III si svolge dal colpo di stato del dicembre 1851, poi attraverso la guerra di Crimea, l’attentato di Orsini, le due campagne d’Italia, le vicende del Messico fino a Sedan. Furono gli anni delle ultime e bellissime cortigiane illustri, di ricchezze rapidamente accumulate e altrettanto rapidamente sperperate, dei grandi e clamorosi scandali in borsa, ma anche degli intrighi diplomatici e delle conseguenti complicazioni internazionali affrontate con spavalderia dopo essere state incautamente provocate. In questi anni la scena europea è dominata dalla figura di Napoleone III, anche quando sembra volersi defilare.

Personaggio irto di contraddizioni, sempre titubante e nello stesso tempo tenace, con slanci di audacia e pavide scivolate. Talvolta stanco ma subito dopo infaticabile. Sembra insaccare le spalle e subire ma domina comunque: il fratellastro Morny che si fa interprete di istanze liberali, la consorte imperatrice Eugenia – grande di Spagna – che difende invece le prerogative e i privilegi della corona, Persigny che si erge baluardo contro la crisi dell’impero, Cavour che sollecita e pretende l’intervento, Bismarck che pur sembrando conciliante minaccia. Neumann è abilissimo a presentare i vari personaggi storici, sempre interpreti impeccabili dei fatti che li videro o protagonisti o fugaci comparse, nei loro risvolti psicologici e intimi.

L’autore è certamente più interessato all’aspetto spirituale che non alle dinamiche di potere. E indaga su questo fronte quando parla di Virginia Oldoini duchessa Castiglione, la bellissima “spia” cugina di Cavour antesignana di Mata Hari e di Fräeulein Doktor; ma anche del generale Mc Mahon nel suo affrontare la battaglia di Magenta. E via via incontriamo i personaggi dell’epoca; li conosciamo attraverso gli sviluppi degli accordi di Plombières, e successivamente filtrati dagli scandali e dai pettegolezzi. Sorridiamo per le vicende del cugino dell’imperatore Plon-Plon e seguiamo con lo stesso interesse che ci solleciterebbe un intrico di economia internazionale attuale il coinvolgimento del già citato Morny nello scandalo dei giri di denaro tra il banchiere svizzero Jecker e lo stato del Messico. La vicenda messicana si conclude con la dirompente entrata in campo di Carlotta imperatrice del Messico.

Forse in questo episodio Neumann tocca il vertice delle sua propensione all’esame psicologico, particolarmente complesso in considerazione delle caratteristiche della persona, facendoci intravedere con la forza dei dialoghi la china di deragliamento psichico che stava incombendo sulla sfortunata Carlotta, dilaniata dalle esigenze diplomatiche internazionali. Credo che chi legga questo romanzo non possa non farsi emozionalmente coinvolgere dalle vicende, davvero tratteggiate con eccezionale forza espressiva, del giornalista Rochefort e dalla sua battaglia antiautoritaria; Rochefort fu protagonista di un’esperienza giornalistica tra le più interessanti del XIX secolo, con tutta la sua carriera ma in particolare con le vicissitudini del giornale “La Lanterne”. Tali vicende culminano, nel romanzo, con la morte del giornalista Victor Noir per mano del cugino dell’imperatore, Pierre Bonaparte. Forse le manifestazioni repubblicane in seguito a quest’episodio furono una delle spallate decisive nello spianare la strada all’ascesa della Terza Repubblica.

Neumann riesce davvero a presentarci qualcosa più di un romanzo: un mondo in tutte le sue dimensioni nel quale vita azione e palpitazioni sono colte nella perfetta naturalezza della verità. Sono le stesse caratteristiche che hanno fatto del primo romanzo della trilogia, di cui questo Keiserreich è il secondo momento, un vero e indiscusso capolavoro.

La traduzione dal tedesco è del triestino Aldo Oberdorfer, uno dei più importanti germanisti della prima metà del secolo scorso; la sua scomparsa nel 1941 fu certamente accelerata dall’internamento – a causa della sua ascendenza ebraica – nel campo di concentramento di Lanciano, evento che solo tardivamente gli consentì il ricovero al centro per la cura dei tumori di Milano.

Sinossi a cura di Paolo Alberti

Dall’incipit del libro:

La città geme. Si ringiovanisce la vecchia Parigi, e questo le fa male. La città, che crede d’essere bella per l’eternità, è resa ancor piú bella: e invece pare che la distruggano. L’afferrano da tutti i lati, la battono, la tagliano a pezzi, a brani. Grandinano senza tregua le sentenze di morte sulle vie e le case che si parano di mezzo. Si scava un’enorme croce: l’arteria nord-sud, l’arteria estovest. Strano che si metta in croce una città per farla piú bella e piú giovane. Strano momento storico!
Si crederebbe che regni il piccone, che la sega da pietre strida l’inno del Tempo, la polvere delle macerie ne alzi la bandiera, e la leva in massa delle termiti, degli operai che affluiscono innumerevoli, con aspetto pericoloso, quasi di ribelli, dato il loro compito e gli strumenti di lavoro – se ne sono viste, di rivolte! – sia l’esercito del Tempo, il nemico. Ma non è cosí. Sono tutti strumenti di tranquillità e fiducia supreme nelle mani del nuovo dittatore dello Stato, che pare sia un genio, un genio nella comprensione del suo Signore. Chi governa sono: il piano nuovo, l’ordine nuovo, la nuova ragione, la nuova bellezza e la nuova felicità.

Scarica gratis: L’imperatore di Alfred Neumann.