Non conosciamo la data di pubblicazione di questo saggio, tradotto da Mario Mariani e stampato a Basilea dalla casa editrice P. Schmidt, Festersen & Co. L’originale tedesco, Der italienisch-türkische Krieg und seine Folgen, fu edito da Continent, Berlin nel 1912. Che la pubblicazione sia avvenuta all’estero, quindi con maestranze di tipografia probabilmente poco avvezze a impaginare testi in Italiano, rende scusabili alcune stranezze ortografiche di questo libro, nella sillabazione e nella accentazione in particolare, fedelmente riportate in questa edizione digitale. È evidente comunque che il libro è stato pubblicato in occasione della guerra italo-turca, che nel 1912 portò l’Italia alla conquista della Libia, facendola così entrare fra le potenze coloniali.

Sommerfeld si professa chiaramente “amico” dell’Italia e fautore della Triplice Alleanza con la sua Germania e con l’Austria. Ma non basta questo a giustificare l’appoggio totale che egli dà alle ragioni italiane in questa guerra. Critica pesantemente la politica dell’Impero Ottomano, fatta di angherie e vessazioni nei confronti degli Italiani che lavoravano in Libia, riconoscendo come inevitabile che una parte consistente di Italiani sia costretta ad emigrare per la mancanza di risorse naturali ed industriali. Risulta quindi logico che l’Italia agevoli l’emigrazione verso la Libia, con ciò implicitamente scoraggiando l’emigrazione verso le Americhe, da cui poche ricchezze ed ancora meno emigranti sono ritornati in Patria.

Buona parte del libro si rivolge al lettore tedesco, che parte della stampa aveva convinto a sostenere apertamente le ragioni turche contro l’aggressione italiana. E mostra quindi come sia assolutamente interesse della Germania che l’Italia trovi nuova ricchezza in questa sua prima “colonia”, continuando ad essere un ottimo partner commerciale tedesco, rifornendo la Germania di cibo e ricevendone in cambio prodotti industriali che in Italia non sono fabbricati. Non altrettanto produttiva sarebbe una vittoria militare della Turchia, che anzi non porterebbe nessun vantaggio economico ai tedeschi.

Sinossi a cura di Gabriella Dodero

Dall’incipit del libro:

Allorchè l’Italia presentò alla Turchia l’ultimatum decisivo, concedendo 24 ore di tempo per la risposta, l’opinione pubblica in Germania era immersa in un sonno profondo.
E mentre gli italiani avevan già la squadra sotto vapore e armavano e mobilizzavano un rilevante corpo di spedizione l’opinione pubblica in Germania si stropicciò gli occhi sonnacchiosi e, sorpresi un po’ dallo strepito di guerra, noi esclamammo imbarazzati: Ma!…. non si tratta che d’una mossa diplomatica; l’Italia scherza! E d’un tratto avemmo la guerra, una vera guerra con blocchi, bombardamenti e con la perdita di vite umane che s’accompagna di per solito a simili casi……..
Il peggio si era che uno stato della triplice, un membro cioè della tanto lodata istituzione pel mantenimento della pace europea, aveva all’improvviso cominciata la guerra contro un’altra potenza europea e allora, d’un tratto, l’opinione pubblica tedesca si svegliò dal letargo e aperse contro l’AMICO DELLA PACE fattosi apostata un altro bombardamento, ma di rimproveri, questo, di sospetti e d’insulti d’ogni genere i quali oltrepassarono spesso la misura d’una ragionevole discussione e tramutarono addirittura l’alleato in «pirata».

Scarica gratis: La guerra italo-turca e le sue conseguenze di Adolf Sommerfeld.