Dall’oggi alla geostoria il valore del pluralismo in Alto Friuli
Ideazione e direzione artistica di Sabrina Zannier
Il progetto “I confini alle radici del quotidiano” – che rientra nella Sezione Etnografica del Festival Maravee – propone un suggestivo viaggio nelle aree di confine dell’Alto Friuli, per secoli connotate da una cartografia variabile, dettata da spazi geografici elevati a oggetto di contesa che hanno per lungo tempo evidenziato tali confini come elemento di separazione e costrizione.
Facendo leva sulla pluralità di lingua e cultura qui alimentata dall’incontro e dall’intersezione delle tre grandi civiltà europee – latina, germanica e slava – il progetto inscena la forza identitaria e relazionale della Carnia, del Canal del Ferro-Val Canale e della Val Resia nell’ottica europeista che trasla i confini in porte votate al dialogo, evidenziando proprio nell’unicità identitaria le potenzialità dell’arricchimento culturale finalizzato alla pace tra i popoli.
Un viaggio nel tempo, per assaporare il rinnovamento futuribile dell’antica “aria di casa” dell’identità montana, nel passaggio dai risvolti negativi dettati dalla storia a quelli positivi alimentati nella contemporaneità. Con l’intento d’individuare i riflessi che la mobilità dei confini nei secoli ha generato sulla vita quotidiana, il viaggio cerca risposte a quattro fondamentali domande che in ogni epoca identificano un territorio: Dove abito? Cosa produco e cosa mangio? Che lingua parlo? In cosa mi riconosco?
Dai sentieri naturalistici, che furono terreno di guerra, alla memoria delle portatrici che tesserono il filo quotidiano tra fronte e focolare domestico, si approda all’architettura sostenibile e alla cultura alimentare dettata dalla filiera corta tra territorio e tavola; dalla singolarità di canti e danze, fino alla rinnovata relazione uomo/natura, respirata nelle simbologie di fiabe e leggende. Un viaggio che nella comunanza storico-geografica, plurilinguistica e multiculturale unisce i luoghi attraversati, ma rilevandone le profonde connotazioni identitarie facendo leva sulle singole unicità.
Un viaggio in cinque tappe – tre escursioni lungo sentieri naturalistici e borghi storici (Resia, Sauris e Paluzza) e due spettacoli teatrali (Tolmezzo, Malborghetto) – per dare vita attoriale alle voci della montagna e delle valli friulane. Puntando su format culturali e strumenti di comunicazione in cui primeggia la vocalità, il progetto segna un ponte fra il valore antico dell’oralità e le nuove tecnologie che la inscenano e rilanciano nella stretta contemporaneità.
L’audiolibro
Il format delle escursioni con radiodramma ha affiancato all’immersione nell’ambiente naturale e antropizzato specifiche narrazioni in podcast, scritte a seguito di studi e ricerche condotti grazie alle collaborazioni dei musei coinvolti.
Racconti su Timau, Sauris e Resia che nell’audiolibro sono stati affiancati alle narrazioni su Forni Avoltri e Malborghetto, restituendo il sapore complessivo del viaggio in Alto Friuli. La voce narrante dell’attrice Nicoletta Oscuro è a tratti accompagnata da suoni ambientali e, laddove è stato possibile attingere alle fonti orali, è arricchita dalle testimonianze dirette, che infondono al racconto il sapore della vita vissuta.