La Principessa e le noci.
Fiaba inglese.

di
La Fata

tempo di lettura: 5 minuti


C’era una volta un re che aveva tre figliuole. Le due maggiori erano superbe e cattive, ma la minore era la più bella e buona creatura che ci fosse nel mondo, e non soltanto il padre e la madre andavano alteri di lei, ma anche tutti i loro sudditi.

Una sera le tre principesse parlavano di chi avrebbero sposato.

— Io non prenderei mai altri che un re — disse la maggiore. La seconda voleva prendere un principe o per lo meno un granduca.

— Come siete superbe! — disse la minore ridendo. — Io mi contenterei anche del Bue Rosso di Narroway.

Non pensava più a quello che aveva detto la sera prima, allorché essendo a colazione la mattina seguente, sentì mugghiare terribilmente alla porta. Era il Bue Rosso che veniva a cercare la sua fidanzata.

Potete figurarvi come tutti al palazzo si spaventassero, perché il Bue Rosso era una delle bestie più orribili che ci fossero nel mondo. Il re e la regina non sapevano come fare a salvare la figliuola. Finalmente fissarono di mandare via il Bue colla vecchia nutrice. Così gliela messero in groppa e la condusse in un bosco folto folto, e quando fu là, la gettò disotto, e tornò addietro mugghiando più forte di prima. Allora il re e la regina lo rimandarono via con tutti i servitori, uno per volta, poi colle due figlie maggiori, e nessuno fu meglio trattato della vecchia nutrice, così che furono costretti a mettergli per ultimo in groppa la figlia minore.

La Principessa e il Bue traversarono molte foreste scurissime e pianure deserte; finalmente giunsero ad un bel castello, dove erano ospitate molte persone. Il signore del castello fece loro premura di restare, meravigliato di vedere una così bella principessa in quella compagnia.

Quando furono in mezzo agli ospiti del castello, la Principessa scôrse uno spillo conficcato nel cuoio del Bue, glielo tolse, e tutti restarono a bocca aperta, vedendo comparire, invece della bestia spaventosa, un giovane Principe bellissimo. Figuratevi un po’ come fosse felice la Principessa vedendolo cadere ai suoi piedi, ringraziandola di avere sciolto il terribile incantesimo! Ci furono grandi feste nel castello, ma sul più bello il Principe disparve e per quanto lo cercassero, non poterono più trovarlo.

La Principessa risolse di visitare tutto il mondo per iscoprire dove si nascondeva, ma per quanto domandasse, cercasse, nessuno seppe darle notizia del Principe.

Viaggiando una volta attraverso un bosco foltissimo, smarrì la via mentre annottava, ed essa era certa di dover morire di freddo e di fame. Vedendo un lume luccicare fra gli alberi, si diresse a quella volta e giunse ad una capanna piccina piccina, dove abitava una vecchierella che le dette cibo e alloggio. La mattina la vecchierella le consegnò tre noci, dicendole che non doveva spaccarle finché non si sentisse “schiantare e rischiantare” il cuore. Le insegnò la strada e la mandò in pace con Dio, e la Principessa riprese il faticoso viaggio.

Non aveva fatto molto cammino, allorché incontrò una comitiva di signori e dame a cavallo, e tutti parlavano delle belle feste che si attendevano per le nozze del duca di Narroway. Poi passarono molte persone che portavano ogni sorta di belle cose per lo sposalizio del Duca. Finalmente giunse al castello, dove non c’era nulla di nuovo, ma i cuochi ed i fornai andavano di qua e di là tanto affaccendati non sapendo di dove incominciare.

Mentre guardava intorno a sé, udì un rumore di cacciatori e alcune voci che gridavano: “Fate largo al duca di Narroway!” e passarono a cavallo il Principe ed una bella signora. Potete esser sicuri che la Principessa si sentì “schiantare e rischiantare il cuore” a quella vista. Allora stiacciò una delle noci e ne scappò fuori una donnina piccina piccina che cardava. La principessa andò subito al castello e chiese di vedere la signora, la quale appena scôrse la donnina piccina piccina che cardava, senza fermarsi mai, la chiese alla Principessa, e le offrì in cambio di scegliere qualcosa nel castello.

— Ve la darò soltanto col patto che ritardiate di un giorno il vostro matrimonio col Duca, e che io possa andare stanotte sulla terrazza davanti alla camera di lui.

La signora desiderava tanto la noce colla donnina, che le accordò quanto chiedeva. Quando fu buio e il Duca era bene addormentato, la Principessa entrò sulla terrazza e sedutasi per terra incominciò a cantare.

Lontana e vicina, ognor pensava a te,
Caro duca destati, deh parla a me.

Cantò e ricantò, ma il Duca non si svegliò mai, e la mattina la Principessa discese dalla terrazza senza sapere se era stata udita o no.

Allora stiacciò la seconda noce e scappò fuori una donnina piccina piccina che filava. Essa piacque tanto alla signora che subito acconsentì a protrarre di un altro giorno le nozze. Ma la Principessa non fu più fortunata la seconda notte della prima. Disperata schiacciò l’ultima noce che conteneva una donnina piccina piccina che dipanava. Allo stesso patto la cedé alla signora.

Allorché il Duca si vestiva la mattina, il servo gli domandò che cosa era lo strano canto e il lamentìo che si era udito per due notti consecutive sulla terrazza.

— Non ho sentito nulla — rispose il Duca — sarà effetto della vostra fantasia.

— Cercate di non dormire stanotte, e sono certo che vi parrà d’essere in paradiso — disse il servo. — Così sentirete ciò che mi tenne desto due notti di seguito.

Il Duca si coricò, fece finta di dormire, e la Principessa entrando sulla terrazza, si mise a cantare con più dolcezza che mai, pensando che era l’ultima volta che tentava la prova. Il Duca si alzò udendo la voce della bella e cara Principessa. Con parole interrotte da esclamazioni di sorpresa e di gioia, le spiegò che era stato lungamente in potere di una maga, i cui incantesimi sarebbero cessati soltanto dopo la loro unione. La Principessa felicissima di poterlo liberare, acconsentì a sposarlo, e la maga fuggì dal paese spaventata dalla collera del Duca e nessuno ha più sentito parlare di lei.

Allora si fecero grandi preparativi al castello e lo sposalizio, che fu presto celebrato, pose termine alle avventure del Bue Rosso di Narroway ed ai pellegrinaggi della figlia del Re.

Fine.


Liber Liber

Scopri sul sito Internet di Liber Liber ciò che stiamo realizzando: migliaia di ebook gratuiti in edizione integrale, audiolibri, brani musicali con licenza libera, video e tanto altro: https://www.liberliber.it/.

Fai una donazione

Se questo libro ti è piaciuto, aiutaci a realizzarne altri. Fai una donazione: https://www.liberliber.it/online/aiuta/.


QUESTO E-BOOK:
TITOLO: La Principessa e le noci. Fiaba inglese
AUTORE: La Fata
DIRITTI D'AUTORE: no
LICENZA: questo testo è distribuito con la licenza specificata al seguente indirizzo Internet:
https://www.liberliber.it/online/opere/libri/licenze/

TRATTO DA: Giornale per i bambini / diretto da Ferdinando Martini ; [poi] da C. Collodi. – Roma : [Tipografia del Senato], 1881-1883.
SOGGETTO: JUV038000 FICTION PER RAGAZZI / Brevi Racconti