Questo romanzo narra le vicende del professore tedesco Otto Lidenbrock, e di suo nipote Axel, il narratore della vicenda, che dopo aver decifrato una pergamena trovata in un vecchio libro decidono di partire per l’Islanda e da lì iniziare il viaggio per il centro della terra, accompagnati da una guida islandese, Hans Bjelke.
Nel libro si susseguono una serie di vicende, frutto sì della fervida immaginazione di Verne, ma talmente appassionanti da sembrare reali! Le descrizioni del paesaggio, che mutano man mano che scendiamo nelle viscere terrestri, sono tanto dettagliate da sembrare vere, si passa da grotte, gallerie, sorgenti, per arrivare a foreste di funghi enormi, resti fossili e… il mare!
Come finirà, e soprattutto DOVE, sta a voi lettori scoprirlo!
A fine romanzo, Axel scrive:
“Ecco la conclusione d’un racconto al quale non vorranno credere le persone più avvezze a non meravigliare di nulla. Ma io sono corazzato in anticipazione contro l’incredulità umana”.
Sinossi a cura di Fausta Ughi
Dall’incipit del libro:
Il 24 maggio 1863, una domenica, mio zio, il professore Lidenbrock, ritornò precipitosamente verso la sua casetta posta al N. 19 di Königstrasse, una delle più antiche strade del vecchio quartiere di Amburgo.
La buona Marta dovette credersi in ritardo, poichè il desinare incominciava appena a cantarellare sul fornello della cucina.
«Ahi! dissi tra me, se ha fame, mio zio, che è il più impaziente degli uomini, getterà gridi da disperato.
— Già il signor Lidenbrock! esclamò la buona Marta stupefatta, socchiudendo la porta della sala da pranzo.
— Si, Marta; ma il desinare ha diritto di non essere cotto, poichè non sono ancora le due; la mezz’ora è appena suonata a S. Michele.
— Allora perchè il signor Lidenbrock rincasa?
— Egli ce lo dirà probabilmente.
— Eccolo! io scappo via, signor Axel; voi gli farete intendere la ragione.»
E la buona Marta ritornò nel suo laboratorio culinario.
Rimasi solo.
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