La pelle del Rinoceronte

di
Rudyard Kipling

tempo di lettura: 4 minuti


Viveva una volta su un’isola deserta delle sponde del Mar Rosso, un Persiano con un berretto che rifletteva i raggi del sole con splendore più che orientale. E il Persiano se ne stava vicino al Mar Rosso con nient’altro che il cappello, il coltello e un fornello di quelli che voi non dovete toccare per non scottarvi. Un giorno prese farina e acqua e uva passa e ribes e zucchero, e altre leccornie, e si fece un panettone che era un metro alto e due metri lungo. Era davvero un Commestibile Sopraffino, ed egli lo mise nel fornello, perchè gli era permesso di adoperarlo, e lo fece cuocere a punto, finchè non fu tutto bruno e non odorò con molto sentimento. Ma quando stava per mangiarlo, ecco che sulla spiaggia dall’Interno, Interamente Disabitato, apparve un Rinoceronte con un corno sul naso, due occhi da porco, e poche maniere. In quei giorni la pelle del Rinoceronte era tutta attillata; non aveva pieghe e rughe in nessuna parte: egli aveva l’aspetto preciso di un Rinoceronte dell’Arca di Noè; soltanto era molto più grosso. A ogni modo egli non aveva maniere allora, non ne ha ora e non ne avrà mai. Egli urlò: “Come?” e il Persiano abbandonò il panettone e s’arrampicò sulla cima d’una palma con niente altro che il berretto, dal quale i raggi del sole erano sempre riflessi con splendore più che orientale. E il Rinoceronte rovesciò il fornello col naso, e il panettone rotolò sulla sabbia: quindi egli infisse il panettone nel corno che ha sul naso, e se lo mangiò, e se n’andò agitando la coda, nell’Interno Assolutamente Desolato e Disabitato, che mena alle isole di Mazanderan, Socotra e i promontori del maggiore Equinozio. Allora il Persiano discese dalla palma e si mise il fornello sulle gambe e recitò il seguente “sloka” che, se non lo sapete, mi faccio un dovere di riferirvi:

«A chi prende il panettone
di persiana imbandigione
venga male nel groppone».

E ve n’era più di quanto possiate immaginare.
Perchè cinque settimane dopo scoppiò un gran caldo nel Mar Rosso, e tutti si spogliarono degli abiti che indossavano. Il Persiano si tolse il cappello; il Rinoceronte si spogliò della pelle e se la mise sulle spalle, andando alla spiaggia a farsi un bagno. Allora la pelle s’abbottonava al di sotto con tre bottoni e pareva un paletot. Egli non disse nulla del panettone del Persiano, perchè se l’era mangiato tutto e non aveva allora maniere, non ne ha ora e non ne avrà mai. Avanzò dritto nell’acqua e sollevò delle bolle col naso, e la pelle l’aveva lasciata sulla spiaggia.
Allora il Persiano s’avvicinò e trovò la pelle e rise d’un riso che gli corse due volte intorno alla faccia. Poi ballò tre volte intorno alla pelle e si fregò le mani. Poi andò al suo campo, e là si riempì il cappello di briciole di panettone, perchè il Persiano non mangiava altro che panettone, e non spazzava mai il suo campo. Poi prese la pelle del Rinoceronte e la scosse e la fregò e la soffregò, e poi la empi il più che potè di briciole di panettone, vecchie, secche, stantie e solleticanti e d’un po’ d’uva passa bruciata. Quindi s’arrampicò in vetta alla palma, e aspettò che il Rinoceronte uscisse dall’acqua per rimettersi la pelle.

Kipling, La pelle del Rinoceronte: ....Corse alla palma e si sfregò contro il tronco....
….Corse alla palma e si sfregò contro il tronco….

E il Rinoceronte uscì e si rimise la pelle, se l’abbottonò coi tre bottoni, e si sentì un forte prurito come avviene con le briciole di panettone a letto. Allora volle grattarsi; ma fu peggio; e quindi si sdraiò sulla sabbia, e si rotolò e si rotolò, e più si rotolava, e più le briciole di panettone gli davano prurito. Allora corse alla palma, e si sfregò e si sfregò e si sfregò contro il tronco. E si sfregò tanto e così forte, che gli si fece una gran piega sulla spalla e un’altra al disotto, dov’erano i bottoni, che già erano saltati, e si fece delle altre pieghe sulle gambe. E si guastò il carattere; ma questo fu perfettamente indifferente per le briciole di panettone, che erano rimaste sotto la pelle e gli davano prurito. Così egli se n’andò a casa, tristo, iroso e orribilmente graffiato. E da quel giorno a oggi ogni Rinoceronte ha un gran brutto carattere e grandi pieghe alla pelle, per le briciole di panettone che gli fan prurito.
Ma il Persiano discese dalla palma, portando il berretto, da cui i raggi del sole erano riflessi con splendore più che orientale, fece un pacco del suo fornello e se n’andò nella direzione di Orotavo, Arnygdala, gli altipiani di Anandarivo e le paludi di Senafet.

Fine.


Troverai tanti altri racconti da leggere nella Mediateca di Pagina Tre (clicca qui!)


Liber Liber

Scopri sul sito Internet di Liber Liber ciò che stiamo realizzando: migliaia di ebook gratuiti in edizione integrale, audiolibri, brani musicali con licenza libera, video e tanto altro: https://www.liberliber.it/.

Fai una donazione

Se questo libro ti è piaciuto, aiutaci a realizzarne altri. Fai una donazione: https://www.liberliber.it/online/aiuta/.


QUESTO E-BOOK:

TITOLO: La pelle del Rinoceronte
AUTORE: Rudyard Kipling
TRADUTTORE: Silvio Spaventa-Filippi
ILLUSTRAZIONI: Ugo Finozzi

DIRITTI D'AUTORE: no

LICENZA: questo testo è distribuito con la licenza specificata al seguente indirizzo Internet:
https://www.liberliber.it/online/opere/libri/licenze/

TRATTO DA: Il libro delle bestie / di Rudyard Kipling ; tradotto da S. Spaventa-Filippi ; illustrazioni di Ugo Finozzi. - Firenze [etc.] : Bemporad & figlio, [19..] – 165 p., [12] c. di tav. : ill. ; 25 cm.

SOGGETTO: FIC029000 FICTION / Brevi Racconti (autori singoli)