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Pubblicato nel 1893, e mai ristampato, questo testo rappresenta un libro per la lettura destinato alle scuole di campagna: scuole maschili e femminili; scuole per l’infanzia e scuole serali per gli adulti. Si compone di brevi capitoli, dedicati a illustrare argomenti educativi, in particolare norme igieniche e di utilizzo immediato nella vita in campagna: allevamento di animali, pulizia della casa ma anche di stalla e pollaio, norme per l’educazione dei neonati e bambini di pochi anni, spiegazioni circa l’organizzazione dello Stato (oggi diremmo: educazione civica). Poche le pagine più letterarie, favolette e raccontini, sempre ambientate nella realtà campestre.
L’epoca umbertina, in cui fu scritto questo libro, fu quella in cui molti letterati, seguendo la celebre frase di Massimo D’Azeglio, sentirono il dovere sociale di “fare gli italiani” dopo che era stata “fatta l’Italia” con le guerre conchiuse nel 1866. Di qui l’emergere della letteratura per l’infanzia, con libri come Cuore e Pinocchio; ma anche una cospicua produzione dedicata alle scuole, in cui il valore didascalico spesso non oscura meriti letterari.
Fra le opere destinate alle scuole che si possono trovare digitalizzate su LiberLiber, ricordiamo quelle di Pietro Fanfani, celebre filologo ed autore fra gli altri di Una fattoria Toscana ed il modo di fare l’olio, opera che può essere accostata a questo libro di lettura, in quanto pensata anche essa per la lettura in una scuola di campagna.
Ma la differenza fra i due testi salta subito agli occhi: Fanfani utilizza una unica narrazione come spunto per proporre un Esercizio lessicografico circa i lavori di campagna, con particolare riferimento alla coltura dell’ulivo, mirante a raccogliere in classe i termini, anche dialettali, con cui attrezzi ed azioni sono descritti nelle varie località italiane.
La Vertua utilizza invece i brevi brani come spunto per temi educativi; i brani sono leggibili anche indipendentemente l’uno dall’altro, a seconda del contesto didattico che l’insegnante predilige, e per lo più contengono esempi di vita di fanciulli e fanciulle in campagna, raccomandabili per un motivo o per l’altro.
Sinossi a cura di Gabriella Dodero
Dall’incipit del primo capitolo La nostra patria:
Ognuno ama il paese dove è nato.
Colui che è costretto a vivere lontano dal proprio paese, pensa ad esso con tenerezza ed ha gran desiderio di ritornarvi.
Ce ne sono molti che devono andare foravia lavorare. Ma appena hanno messo insieme una piccola somma, ritornano al luogo dove sono nati e cresciuti. Se possono, fabbricano la loro casetta, comperano un po’ di terreno. Il frutto del loro lavoro lo vogliono godere in patria.
Ma la nostra patria non è solamente il paese o il villaggio dove siamo nati.
Il paese o il villaggio non sono che una piccola, piccolissima parte della patria.
La nostra patria è l’Italia. Noi siamo italiani. E come noi sono italiani i nostri compatrioti: i Piemontesi, i Veneti, i Liguri, i Toscani, i Romagnoli, i Siciliani, ecc.
In Italia vi sono circa 31 milioni d’uomini.
Scarica gratis: Fra i campagnuoli di Anna Vertua Gentile.