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Il testo di questa commedia apparve in “Nuova Antologia” in due numeri successivi il primo gennaio 1916 e 16 gennaio 1916 con il titolo Se non così… L’anno successivo comparve in volume presso Fratelli Treves con numerose variazioni per quel che riguarda il primo atto e una quasi totale riscrittura del secondo. Dal titolo scompaiono i puntini di sospensione. Tale parziale riscrittura fu caldeggiata da Marco Praga la cui compagnia si sciolse però prima di poter rappresentare la commedia. Lo stesso Marco Praga aveva però già rappresentato l’antesignano di questa commedia, alla quale pare che Pirandello lavorasse fino dalla fine del 1895, col titolo Il Nibbio, il 19 aprile 1915. Viene però tolta dal programma dopo una sola replica. La nuova versione venne proposta dall’autore alla compagnia Talli che però la rifiutò.
La prima rappresentazione, con il titolo definitivo La ragione degli altri, avviene nel novembre 1919 a cura della compagnia Carini-Gentilli. Nel 1921 viene inserita nel quarto volume della prima serie di Maschere Nude in abbinamento all’altra commedia L’Innesto con la quale condivide anche un difficile percorso per quel che riguarda la messa in scena. Da questa edizione è tratta la presente edizione elettronica. Nella successiva edizione Bemporad del 1925 la maggior parte delle aggiunte suggerite da Praga sono cassate o abbreviate dando alla commedia uno stile meno ridondante anche dal punto di vista della punteggiatura.
Fino al 1950 si è ritenuto che La ragione degli altri fosse stata concepita “ab origine” per la scena e non ci fosse un antecedente in alcuna novella, come spesso accade per il teatro pirandelliano. Fu Aurelio Navarria a segnalare invece la novella, apparsa su “La Tribuna Illustrata” nel novembre del 1895 col titolo Il Nido. Tale novella non era più stata ristampata dall’autore. L’argomento della novella e, poi, della commedia è, almeno in parte, autobiografico. Il padre di Pirandello, Stefano, era stato fidanzato, prima del matrimonio con Caterina Ricci-Gramito, con una cugina la quale, a sua volta sposatasi era però rimasta presto vedova. Con la vedovanza era arrivata la miseria, per cui la vecchia fidanzata si rivolse a Stefano per un aiuto che fu caldeggiato dalla stessa Caterina. Ma da quello che doveva essere un “aiuto” nacque invece una bambina. Luigi Pirandello aveva allora tredici anni e questa relazione “illecita” del padre fu per lui un colpo durissimo. Livia, Elena e Leonardo sono quindi personaggi che l’autore conosce assai bene. Il taglio della commedia è comunque molto diverso rispetto alla novella e, tranne l’ossatura della vicenda, praticamente nulla viene trasposto dalla prima all’opera teatrale.
Vivo l’autore, si ebbe, dopo quelle a cui ho già accennato, una sola rappresentazione nella stagione 1927-28 curata da Guido Salvini, anche questa volta praticamente ignorata dalla critica. Nell’edizione qui presentata Pirandello volle premettere una Lettera alla protagonista Signora Livia Arciani nella quale l’evidente ironia di Pirandello è diretta verso coloro che con questa commedia e con le sue rappresentazioni avvenute e mancate avevano avuto una parte tutt’altro che irrilevante (Praga, Talli, l’attrice Irma Gramatica). Anche questa lettera assume una certa importanza nell’opera di Pirandello e segna un punto significativo nella sua polemica verso le convenzioni dell’arte scenica che lui riteneva datate e sorpassate.
Sinossi a cura di Paolo Alberti
Dall’incipit della commedia:
Sala di redazione del giornale politico quotidiano La Lotta. Uscio comune in fondo, che dà su un corridoio. Due scrivanie, disposte lateralmente, quasi di fronte. Un tavolino in mezzo, ingombro di giornali. Due vetrine; scaffali; un canapè; poltrone; seggiole. Alle pareti un orologio, un manifesto illustrato del giornale La Lotta; altri avvisi, ecc.
Al levarsi della tela, la scena è vuota. Poco dopo s’apre l’uscio e Cesare D’Albis mostra dalla soglia la stanza vuota a Livia Arciani.
D’Albis.
Ecco, vedete? non c’è. Prego.
Lascia passare Livia.
Non c’è davvero.
Livia.
Ma sì, lo credo…. lo vedo.
D’Albis.
No, scusate: insisto; ho voluto darvi la prova, perchè non abbiate a sospettare.
Scarica gratis: La ragione degli altri di Luigi Pirandello.