La figura di Lavoisier è talmente nota da essere entrata con stabilità nella conoscenza condivisa anche al di fuori dei cultori di storia della scienza. La sua posizione assume da tempo i connotati della figura-simbolo di spartiacque tra la chimica alchemica e la chimica moderna. Inoltre l’avere assunto questa funzione in un momento nel quale stava nascendo una repubblica “che non ha bisogno di scienziati”, come dichiarò il presidente del tribunale rivoluzionario che lo condannò a morte, gli costò la decapitazione ma rafforzò senza dubbio la sua fama imperitura.

Aldo Mieli, sopraffino storico della scienza, coglie con una abilità di sintesi davvero notevole tutti questi vari aspetti. Non manca di sottolineare che è difficile trovare una scoperta davvero originale nell’opera di Lavoisier ma ne individua il merito nell’aver saputo traghettare le conoscenze “paracelsiane” in un quadro sistematico del sapere che sarebbe presto diventato il terreno dei moderni studi chimici.

Troviamo numerosi i suoi precursori: Mayow, ad esempio, con il suo nitro-aereo – che altro non sarebbe se non l’ossigeno lavoiseriano – non fa alcun passo in avanti nella scienza dello stato gassoso dei corpi; il nitro-aereo non è ancora un gas ma un principio attivo di origine alchemica formulato in termini meccanicisti. Questo non gli impedisce tuttavia osservazioni acute e importanti sul sangue arterioso. L’idea di una parte attiva nell’aria era abbondantemente diffusa nell’alchimia fin dagli inizi del XVII secolo: Sendivogius parla di nitro-aereo nel Novum Lumen Chymicum e Fludd, ancora prima di Mayow, individuò nel “nitro” la causa delle caratteristiche del sangue arterioso.

Mieli non manca di essere critico verso Lavoisier, per esempio stigmatizzando la sua dichiarazione di non aver conosciuto l’opera di Jean Ray e di denigrarla per la sua natura vaga. Ray tuttavia aveva constatato l’aumento del peso dei metalli calcinati e aveva presentato una trattazione originale del fenomeno della calcinazione nella quale considerazioni di ordine filosofico vanno di pari passo con quelle di ordine chimico, dando vita ad uno specifico modello fisico-meccanico e non pneumatico. Nel quadro d’insieme che Mieli tratteggia rapidamente, si comprende come la scelta che dovettero operare scienziati come Laplace e Lavoisier non fu affatto facile: la fisica del calorico sviluppandosi rapidamente accanto alla fisica dei fluidi elettrici e magnetici spinse perché fosse operata una scelta precisa tra concezione corpuscolare e concezione fluidistica. Nella parte finale del suo lavoro Mieli si sofferma a descrivere con obiettività di storico la vicenda che condusse Lavoisier all’esecuzione capitale.

L’opera ha il ritmo e i limiti che la nota collana “Profili” dell’editore Formiggini imponeva ai lavori che ospitava; tuttavia, pur essendo estremamente sintetica non manca di rispecchiare quello che la storia della scienza aveva potuto elaborare nella prima metà del secolo scorso in merito al lavoro e all’attività del più famoso tra i chimici.

Sinossi a cura di Paolo Alberti

Dall’incipit del libro:

Chi esamina per la prima volta il complesso e meraviglioso sviluppo del pensiero scientifico nel corso della storia, è facilmente portato a fissare la sua attenzione sui nomi di alcuni grandissimi pensatori. Questi, sembra, hanno creato di colpo le singole scienze od alcune loro particolari discipline; questi, ad un determinato stadio di esse, le hanno, con la forza del loro genio, incamminate su vie nuove e maggiormente feconde. La storia della scienza, in questo modo, apparisce quasi una storia di eroi.
Un esame più approfondito, invece, e specialmente lo studio accurato della letteratura scientifica, distrugge ben presto questa visione, che potrei dire alla Carlyle. Gli eroi rimangono, è vero, ma apparisce e si mostra, determinante ed essenziale, il lavoro più modesto, spesse volte anonimo, della collettività. Quelli, gli eroi, ci appariscono allora piuttosto come indici del loro tempo, come fiumi fatti impetuosi e potenti dall’indispensabile concorso di numerosi rigagnoli, come menti nelle quali le idee, le ispirazioni, le vaghe intuizioni dei loro contemporanei, si collegano, si organizzano, si esplicano. E, sopratutto, come giustamente ci afferma Wilhelm Ostwald, i grandi genî scientifici ci si mostrano come potenti organizzatori.

Scarica gratis: Lavoisier di Aldo Mieli.