Signorine, non sperate che un uomo, che pensate di sposare, possa cambiare grazie al vostro amore. Questo è l’insegnamento che Anna Vertua Gentile diede alle sue lettrici nel 1897, attraverso la storia dell’amore di Carlo e Maria: un consiglio per molte, troppe donne, ancora oggi, illuse che un uomo volgare, incostante, prepotente, possa grazie all’amore di una donna trasformarsi nel principe azzurro.

La storia copre un anno della vita di Maria, appunto dalla vigilia di un Natale alla vigilia successiva, ed inizia con Maria che ritorna al paese dove vive il padre, colonnello in pensione. Ha trascorso la sua infanzia e giovinezza a Milano con la nonna, dopo la morte della madre; è bellissima e animata da nobili sentimenti. Carlo, sua conoscenza dall’infanzia, le ha sempre fatto paura per la sua prepotenza: lui si innamora, ma lei lo respinge. Una serie di episodi le fanno sperare nella possibilità che l’amore potrà cambiare in meglio Carlo, e Maria accetta di sposarlo. Ma basteranno pochi mesi di matrimonio, tormentata da suocera e cognata che non perdono occasione per mostrarle scherno e disprezzo, per farle scoprire quanto poco contino per Carlo le promesse matrimoniali.

La natura della campagna lombarda segue con l’andare delle stagioni i sentimenti della protagonista. In particolare, la scena finale del romanzo si svolge su un laghetto ghiacciato utilizzato dai giovani dei dintorni per il pattinaggio, e si ricollega idealmente alla scena iniziale di un’altra opera della Vertua, Ulrica, (anche essa disponibile su Liberliber). In entrambi i romanzi, la giornata sui pattini muta il destino delle protagoniste ed apre loro una vita profondamente diversa dalla precedente.

Articolo di Gabriella Dodero

Dall’incipit del libro:

Nella vasta cucina il ceppo di pino crepitava la sua agonia in uno sfoggio ardente di brage ammucchiate, che spandevano nell’oscurità, calore odoroso e luce fantastica.
Dolfo, finito di rigovernare, scopare, rimettere tutto nell’ordine abituale, aveva, per economia, spenta la lampada pendente dal soffitto; e, seduto su uno dei panconi ai lati del focolare, si crogiolava fumando la pipa.
La bragia gli batteva in volto un colore rosso, che dava al suo volto dai baffoni brizzolati e i capelli irti e canuti, un aspetto strano.
Di fuori, nella fredda notte di dicembre, il vento ululava spazzando le nuvole dal cielo e scuotendo la neve dalle piante.

Scarica gratis: Da un Natale a l’altro di Anna Vertua Gentile.