Quante e quali incomprensioni possono allontanare due giovani innamorati, lo racconta Anna Vertua Gentile in questo romanzo del 1913.

Albertina ha un animo sensibile di artista (anche se è ancora indecisa a proposito di quale sarà la sua arte: scrittrice di successo, cantante lirica, o chanteuse in un caffè-chantant?); ospitata dagli zii in campagna durante una prolungata assenza della sua famiglia, si trova in un ambiente affettuoso e bene intenzionato, ma a lei totalmente estraneo. Il cugino Alfonso, studente di medicina prossimo alla laurea, ama la vita semplice in campagna e non riesce a comprendere l’insofferenza della bella Albertina per la vita casalinga e priva di emozioni.

L’arrivo del giovane avvocato Sardi, estroverso, vanesio e accanito sostenitore dell’emancipazione femminile, ma sostanzialmente privo di ipocrisia e malizia, acuisce l’incomprensione tra i due giovani, che piombano in una girandola di ripicche e fraintendimenti reciproci.
Fino alla crisi finale, in cui Albertina lascia la casa degli zii e si inoltra sola per la montagna innevata. Il rischio corso rende infine evidente ad entrambi i giovani la profondità del sentimento che li unisce, e che potrà durare tutta la vita.

La natura campestre nelle quattro stagioni, come in tutte le opere della Vertua, non è un complemento alla storia ma ne descrive pagine fondamentali. Che sia un tramonto, un ruscello, un campo fiorito, il paesaggio è protagonista del romanzo, ne segue e ne dirige i momenti centrali, ed aiuta i due giovani a chiarire i propri sentimenti, agendo come un confidente e un amico prezioso.

Articolo a cura di Gabriella Dodero

Dall’incipit del libro:

La vigilia della partenza, prima di andare a letto, Albertina scrisse all’amica sua.
Ada mia buona!
Papà, mamma e Titina sono partiti da due giorni; ed io lascierò la mia povera vecchia casa silenziosa e triste, domani mattina di buon’ora.
Che dolorosa cosa sono questi improvvisi rovesci di fortuna, che impongono sacrifici d’ogni sorta e strappi bruschi, e crudeli cambiamenti!… Era necessario che papà tornasse in America per badare da vicino ai suoi interessi e vedere di riparare al disastro, che minaccia di piombare nella povertà la nostra famiglia. Mamma non volle lasciarlo partir solo, nello stato di accasciamento morale in cui si trova, e Titina è troppo piccola e delicata per poter far senza delle cure materne. Così se ne andarono tutti tre; via dalla casa piena di memorie, lontani dalla città nativa, da parenti ed amici. Il distacco fu doloroso; si pianse tutti; si scambiarono raccomandazioni e consigli; poi… il treno li portò via i miei cari, i miei dilettissimi
Ed eccomi sola. Ma ho diciotto anni, sono sana e robusta e poichè gli zii Bardi mi desiderano con loro, è stabilito ch’io andrò a stare con essi.

Scarica gratis: Albertina di Anna Vertua Gentile.