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Nella copiosa produzione di Giulio Piccini, alias Jarro, erudito, giornalista e critico teatrale, occupano un posto di particolare rilievo i quattro romanzi che vedono come protagonista l’ispettore di polizia Domenico Arganti, detto Lucertolo, primo investigatore seriale della letteratura italiana. Questa figura di investigatore, entrato per la prima volta in scena in L’assassinio nel Vicolo della Luna (1883) come semplice poliziotto di quartiere della Firenze granducale, e che vediamo avanzare di carriera nel corso dei quattro romanzi, guadagnandosi notorietà e rispetto, fino a diventare commissario, rientra a pieno titolo tra i primi esempi di detective moderno nel panorama europeo, precedendo pure di qualche anno l’apparizione di Sherlock Holmes di Conan Doyle.
La figlia dell’aria, uscito nel 1884, è l’ultimo romanzo della serie: l’infallibile commissario, ormai sessantenne, è in pensione e le indagini sono affidate al figlio, anche lui di nome Domenico, delegato della Questura di Milano e detective privato. Il giovane protagonista è chiamato a risolvere un ricatto nel quale è coinvolta una celebre trapezista, e le indagini si sviluppano tra il mondo circense e gli ambienti aristocratici della Milano postunitaria.
Benché in questo ultimo romanzo le comparse di Lucertolo siano rare, la sua figura resta comunque una presenza costante, continuando a rappresentare per il figlio un riferimento fondamentale. Nel corso dell’intricata vicenda, infatti, vediamo il figlio chiedere spesso consiglio al padre, che si trova a Firenze, attraverso un fitto scambio epistolare. Lucertolo ha così modo di mostrare le sue strabilianti capacità, riuscendo a trovare tracce e indizi senza essere presente nel luogo del delitto: circostanza, questa, che anticipa il modo di operare di un altro noto protagonista del genere poliziesco, l’investigatore Nero Wolfe, famoso per risolvere i casi dal proprio studio basandosi solo sulle informazioni raccolte dal suo assistente.
È interessante notare come Jarro delinei, attraverso la figura di Lucertolo e quella del figlio, un confronto tra l’antica polizia granducale e il nuovo corpo del Regno d’Italia, lasciando trapelare un senso di nostalgia per il passato. La passione che Lucertolo ancora nutre nei confronti del suo vecchio mestiere e la sua perfetta integrità morale stridono infatti con l’apatia e la meschinità dei nuovi agenti dell’Italia postunitaria. L’ex-commissario non perde l’occasione di una sfida e decide di recarsi a Milano per dimostrare alla nuova polizia che la vecchia è migliore. Alla fine, però, solo la collaborazione tra le due polizie permetterà di trovare i colpevoli e fare luce sui misteri che avvolgono il caso.
Sinossi a cura di Sofia Fagiolo
Dall’incipit del libro:
Era sul cadere dell’anno 1858.
Un vento ghiaccio imperversava quella sera nelle strade di Milano, tutte coperte di neve.
Tre finestre al primo piano di una casetta, in via Fiori Scuri, erano illuminate: gli abitanti nelle case circonvicine udirono sino ad ora inoltrata un suono di violini, grida di en avant les cavaliers! – en avant les dames! – grande chaîne! chaîne des dames! – balancez!… e altre: e un frastuono di allegre conversazioni.
Non essendo chiuse le persiane, nè le imposte delle finestre nel quartierino dove era la festa, si udiva pure di tratto in tratto il rumore che facevano, strisciando sul pavimento, i piedi de’ ballerini.
Nel vicinato tutti sapevano che Eufrosina Delber, figlia di Carlotta Delber, si era sposata la mattina con un giovane cavallerizzo russo.
Scarica gratis: La figlia dell’aria di Jarro (alias Giulio Piccini).