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In questo breve testo del 1917 il classicista Carlo Pascal presenta la proposta di restaurare l’uso del latino come lingua scientifica internazionale, in modo che la comunicazione intellettuale continui ad essere un elemento e condizione essenziale per il progresso scientifico.
Per Pascal è fallimentare tentare di usare lingue artificiali per la comunicazione internazionale perché non sono veri linguaggi, con una vita e storia. Non è così per il latino, in quanto ogni lingua ha due vite, quella della trasmissione orale e quella della trasmissione scritta e il latino nel secondo senso è ancora vivente. Secondo Pascal il latino è capace di esprimere anche idee moderne in quanto già oggi per creare nuove espressioni tecniche si prendono soprattutto termini dal greco, come facevano anche i latini. Inoltre Pascal consiglia di usare questo latino scientifico senza formule troppo rigide e scolastiche.
Sinossi a cura di Michele De Russi
Dall’incipit del testo:
Debbo all’incitamento dell’insigne collega Torquato Taramelli l’idea di presentare all’Istituto una proposta, che tocca l’interesse degli studi e quello insieme del maggior decoro nazionale; l’autorità ed il valido patrocinio di tanto uomo mi dan conforto e speranza, che la proposta possa trovare presso di voi benevole accoglimento1.
E la proposta è che l’Istituto si faccia iniziatore di una azione, che tenda a restaurare l’uso del latino come lingua scientifica internazionale.
La lingua latina soddisfece per lunghi secoli al bisogno di comunicazione intellettuale fra i dotti di tutto il mondo; e non pure nelle opere e nelle dissertazioni scientifiche, bensì anche nelle corrispondenze epistolari: e non pure nelle discipline filologiche o storiche o filosofiche o legali, bensì anche in tutte le altre: matematiche, fisiche, mediche. Era come un ultimo segno del dominio morale e intellettuale di Roma antica sull’universo, reso per lei civile: ed in pari tempo la prova che non ancora era caduta dalle coscienze la nobile grandiosa idea che Roma aveva importato nel mondo: l’accomunamento di tutti i popoli sotto il suo scettro glorioso aveva ancora, nelle sfere superiori dell’intelligenza e del sentimento, un simbolo nella lingua romana, che sopravviveva come lingua della scienza e come lingua della fede, e si sovrapponeva alle particolari parlate, anche a quelle nate da essa, e rappresentava il vincolo ideale dei popoli tutti.
Scarica gratis: Per la resurrezione del latino come lingua scientifica internazionale di Carlo Pascal.