La regina delle api

dei fratelli Grimm (Jacob Ludwig Karl Grimm e Wilhelm Karl Grimm)

tempo di lettura: 3 minuti


C’erano una volta due figli di re, che se n’andarono in cerca di avventure e si dettero tanto allo stravizzo e alla pazzia, che non tornarono più alla casa paterna. Il fratello loro più piccolo, chiamato lo sciocchino, si mise alla loro ricerca; ma quando gli ebbe trovati, si vide rider sul muso dai due scapati, perchè, dicevano, egli avea la dabbenaggine di volersi dirigere in un mondo nel quale tutti e due s’erano perduti, pure avendo tanto più giudizio di lui.

Si misero insieme in cammino e trovarono un formicaio. I due più grandi voleano metterlo sossopra, per divertirsi allo sbandamento e alla fuga delle formiche; ma lo sciocchino disse:

— Lasciate in pace le povere bestiole; non voglio che le disturbiate.

Più in là trovarono un lago, sul quale nuotavano non so quante anitre. I due più grandi fecero per pigliarne una coppia per poi arrostirle; ma il giovane si oppose dicendo:

— Lasciate in pace le povere bestie, non voglio che le uccidiate.

Ancora più in là, videro in un albero un nido di api, così pieno di miele che se ne vedea colare lungo il tronco. I due più grandi voleano accendere una fiammata per affumigar le api e impadronirsi del miele. Ma lo sciocchino li trattenne, e disse:

— Lasciatele in pace, non voglio che le bruciate.

Arrivarono finalmente in un castello, dove le scuderie erano piene di cavalli cambiati in pietra. Non c’era anima viva. Traversarono tutta la sala e urtarono in fondo ad una porta chiusa con tre serrature. In mezzo alla porta ci era un finestrino, dal quale vedeasi un appartamento. Un omicciatolo dai capelli grigi stava seduto ad una tavola. Lo chiamarono una e due volte, ma quegli non si mosse; alla terza, si alzò, aprì e andò loro incontro. Poi, senza aprir bocca, li menò ad una tavola lautamente imbandita, e, dopo fattili mangiare e bere, assegnò a ciascuno una camera da letto.

La mattina appresso, si presentò il vecchietto al fratello maggiore, e fattogli segno di seguirlo, lo condusse davanti a un tavolone di pietra, sul quale erano scritte tre prove nelle quali bisognava riuscire per liberare il castello dall’incantesimo. La prima era di cercar nell’erba, in mezzo ai boschi, le mille perle della principessa che vi erano state seminate: e se mai chi le cercava non le avesse tutte trovate prima del tramonto del sole, sarebbe stato cambiato in pietra. Il più grande dei fratelli passò tutto il giorno a cercar le perle; ma, venuta la sera, non ne aveva trovato più di cento, e fu cambiato in pietra, come stava scritto sulla tavola. Il giorno appresso, toccò al secondo fratello; andò, cercò, trovò duecento perle soltanto, e fu anch’egli cambiato in pietra.

Venne finalmente la volta dello sciocchino. Si diè il poveretto a cercar nell’erba, ma essendo la fatica lunga e difficile, cadde a sedere sopra un sasso e si mise a piangere. Quand’ecco, che è, che non è, arriva il re delle formiche, al quale lo sciocchino avea salvato la vita, seguito da cinquemila sudditi, e in meno di niente gl’industri animaletti ebbero raccolto e ammonticchiato le perle.

La seconda prova consisteva nel ripescare dal fondo del lago la chiave della camera della principessa. Accostatosi appena il giovane, le anitre da lui salvate gli vennero incontro, si tuffarono nell’acqua e tornarono a galla con la chiave.

Ma la terza prova era la più difficile: bisognava riconoscere la più giovane e la più bella delle tre principesse addormentate. Tutt’e tre si assomigliavano a capello: unica cosa che le distinguesse era questa, che prima di addormentarsi la prima aveva mangiato un pezzettino di zucchero, la seconda aveva bevuto un sorso di sciroppo e la terza ingoiata una cucchiaiata di miele. Ma la regina delle api, che il giovane aveva salvato dal fuoco, venne in suo soccorso: andò a fiutare la bocca delle tre principesse, e si fermò sulle labbra di quella che aveva ingollato il miele: così il principe sciocchino la riconobbe. Allora, l’incanto fu distrutto, il castello si destò dal magico sonno, e tutti quelli che erano cambiati in pietra ripresero la forma umana.

Sciocchino, per sciocchino che fosse, sposò la più giovane e la più bella delle principesse e fu coronato re dopo mortogli il padre. Gli altri due fratelli poi sposarono le due altre sorelle.

Fine.

Questa fiaba è estratta dal libro “I racconti delle fate” di Charles Perrault (traduzione in italiano di Federico Verdinois) dove sono raccolte alcune delle più belle fiabe composte da scrittori francesi del Seicento e del Settecento, integrate dall’editore con alcune fiabe di Jacob Ludwig Karl Grimm e Wilhelm Karl Grimm, meglio noti come fratelli Grimm.


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QUESTO E-BOOK:

TITOLO: La regina delle api
AUTORE: Perrault, Charles
TRADUTTORE: Verdinois, Federico

DIRITTI D'AUTORE: no

LICENZA: questo testo è distribuito con la licenza specificata al seguente indirizzo Internet:
https://www.liberliber.it/online/opere/libri/licenze/

TRATTO DA: I racconti delle fate / di C. Perrault ; tradotti da F. Verdinois. – Napoli : Società Editrice Partenopea, 1910.

SOGGETTO:
JUV010000 FICTION PER RAGAZZI / Favole della Buona Notte
JUV022000 FICTION PER RAGAZZI / Leggende, Miti, Fiabe / Generale