Nell’interessante introduzione a queste Novelle popolari toscane, Pitrè, curatore della raccolta compiuta da Giovanni Siciliano, ripercorre a grandi linee la storia della pubblicazione delle raccolte di favole a partire da quella di Basile, Pentamerone, o lo cunto de li cunti, edita per la prima volta a Napoli nel 1634-1636. Ma certo non si può tralasciare l’importante precedente del Decameròn di Giovanni Boccaccio (1349-1351 circa) nel quale l’autore toscano profuse la sua inesauribile facoltà inventiva su una grande varietà di temi derivati anche da fonti classiche mediolatine e romanze, popolari e illustri, fonti sulle quali Pitrè illustra varie ipotesi.
Solo con la pubblicazione de Kinder- und Hausmärchen (1812-1822) dei fratelli Grimm e con le loro considerazioni sull’importanza e sulla natura di questi racconti, considerati non solo fiabe per divertire i bambini, iniziarono sul tema le più approfondite ricerche degli studiosi. Così nacque, sostiene il Pitrè, il Folk-Lore, il sapere popolare.
La pubblicazione delle novelle dei Grimm rivelò i fortissimi legami che univano tra loro i racconti di diversi paesi. La base infatti di ogni favola popolare scritta è senza alcun dubbio una tradizione orale che ha avuto infinita diffusione nello spazio e nel tempo.
L’introduzione della raccolta qui presentata, dal titolo Le novelle popolari, è veramente di grande interesse per capire quale fosse lo stato dell’arte delle ricerche in Italia alla fine dell”800, sull’origine della fiaba.
Quanto al contenuto dell’opera, Pitrè precisa:
“La presente raccolta fu fatta in Toscana l’anno 1876 dal mio antico condiscepolo ed amico carissimo, avvocato Giovanni Siciliano; il quale per amor mio e di questi studî, che egli pienamente intende, non risparmiò e cure e fatiche d’ogni genere pur di renderla copiosa ed importante. Se tale pare a’ lettori, quale pare a me, il merito è tutto di lui, che, raccogliendo dalla viva voce del popolo, nulla aggiunse di suo, nulla tolse, e solo qualche volta, quando non potè seguire il racconto, abbreviò con le parole stesse delle novellatrici, avvertendone sempre me e, per mezzo mio, i lettori.”
Le novelle furono trascritte nella parlata corrente toscana, conservando intatti vocaboli e modi di dire particolari.
Il lavoro di Pitrè su questa raccolta di settantasei racconti è stato quello di organizzare la ricca materia per tipologia “secondo che esse siano di novelline o fiabe, di racconti faceti e di vario genere. […] A ciascuna tradizione ho fatto seguire Varianti e Riscontri con la letteratura popolare ed erudita d’Italia.”
Sinossi a cura di Claudia Pantanetti, Libera Biblioteca PG Terzi APS
Dall’incipit della prima novella dal titolo La Maga:
C’era una volta un re, ch’ ’un avea punti figlioli. Si raccomandava sempre; andava a fare le preghiere per avere qualche figliolo, ma gli era inutile. Un giorno gli era a fare la su’ preghiera; sente una voce: Che vo’ tu: un maschio per morire, o una femmina per fuggire? E lui stiede zitto: ’un sapeva cosa rispondere. Andette a casa, e dimandò a tutti i suoi sudditi cosa poteva rispondere. Gli dissero: “Un maschio per morire è lo stesso che la ’un abbia niente; chiegga la femmina per fuggire; la serrerà, e ’un potrà fuggire.” Allora tornò in chiesa a far la preghiera, e sentì la solita voce: Che vo’ tu: un maschio per morire, o una femmina per fuggire? E lui: “Una femmina per fuggire.” Eccoti che la regina ingravidò, e fa una bellissima bambina. Distante dalla città di molte miglia ci avea un bellissimo giardino con un bel palazzo n’il mezzo; costì ci portò questa bambina con una balia e una damigella; e il babbo e la mamma ci andavano molto di rado a vedere questa bambina, perchè ’un volevano che la s’invogliasse d’andare alla città, per paura che gli fuggisse. Quando la citta fu all’età di sedici anni, ci passò di lì il figliolo d’il re Giona. Vede questa bella citta, se ne innamora; dà uno sbruffo di quattrini alla balia che stava sempre con lei, e la lo fa passare. Questi due giovani s’innamorarono, e costì si sposarono senza che ne sapesse nulla il babbo e la mamma di lei.
Scarica gratis: Novelle popolari toscane a cura di Giuseppe Pitrè.