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Questo volume di Racconti comprende la raccolta giovanile Ciau Masino, i dieci racconti compresi nella scelta postuma d’inediti raccolti precedentemente con il titolo Notte di festa, e tutti gli altri racconti pubblicati su giornali (L’Avventura su «Il primato», Il Gruppo sul «Messaggero», entrambi del 1941) e quelli che, fino all’edizione del 1960 erano rimasti inediti, compresi i frammenti e gli incompiuti. Dall’edizione i riferimento viene invece escluso Fuoco Grande, in quanto – scritto a quattro mani, a capitoli alterni con Bianca Garufi – non è nel pubblico dominio.
Ciau Masino fu completato il 9 febbraio 1932, come si evince dalla data finale apposta sul manoscritto. Tuttavia Pavese non ne cercò la pubblicazione, e probabilmente non per timore di una censura, così abituale in quel periodo di ipnosi collettiva culturale che caratterizzava il regime dell’epoca. Infatti non li pubblicò neppure dopo la liberazione.
È quindi probabile che li considerasse a livello di una sorta di esperimento del quale non si sentiva del tutto soddisfatto. Invece si può notare come la fusione prosa-poesia che Pavese mette in atto in questi racconti nonché l’alternanza della narrazione delle vicende opposte del giornalista Tommaso Ferrero (Masino) e dello sfortunato meccanico Giantommaso Dalmastro (Masin), sono più di un tentativo e sembrano invece una compiuta esposizione di un contrasto sociale che sfocia però in una comune crisi esistenziale con esiti in realtà molto diversi.
Certo può essere che l’autore abbia ritenuto non opportuno sottoporre questi suoi racconti al probabile stravolgimento censorio, ma culturalmente Pavese, che aveva proposto in Italia – ed è forse questo uno dei suoi meriti letterari più grandi – le traduzioni, sempre accompagnate da illuminanti interventi critici, di quella letteratura americana che l’autarchia culturale del periodo vedeva con forte disappunto, non mi pare che si sentisse sotto questo punto di vista intimorito o “limitato”.
Mi riferisco alle traduzioni di Steinbeck, Gertrude Stein, Anderson, Melville. Non è un caso che “l’americanità” emerga a più riprese nelle vicende dei due Masino. Anche per questo non è lecito confinare oggi questi racconti come un prodotto del “suo tempo”. L’immagine di una realtà difficile e contraddittoria può essere utile arma di interpretazione del vissuto anche oggi.
Gli altri Racconti si collocano temporalmente tra il 1936 e il 1942. Molti possono essere visti come testimonianza dell’evolvere della capacità letteraria dell’autore, visto che molti di questi si trovano riecheggiati nei romanzi maggiori e talora semplicemente “fusi” in una struttura narrativa più organica e compiuta. Tuttavia alcuni, porto ad esempio L’idolo, La Zingara e L’Avventura, spiccano per nitidezza di idee e intensità d’emozioni.
In altri, come Il gruppo (con tema e vicenda ripresa nell’incompiuto Il capitano) ci si sente pervasi dalla percezione di quella continuità del vigore intellettuale e della combattività sociale che Pavese cerca continuamente nella sua opera e che continuamente sembra sfuggirgli.
Sinossi a cura di Paolo Alberti
Dall’incipit del primo racconto Ciau Masino:
Masino – altrimenti, Tommaso Ferrerò – aveva un posto in un giornale di Torino, che lo soddisfaceva pienamente. Bisogna però dire che non è difficile essere soddisfatti del posto nel giornale quando si ha l’età di Masino – ventiquattro, venticinque – e l’esagerata adattabilità ai fatti esterni, che aveva lui. Non parlo ora di quelli intimi, che è tutta un’altra cosa. Comunque, si aggiunga che il lavoro di redazione – allegra tortura del giovanotto – gli lasciava quasi sempre tutta la mattinata per andare in giro o stare in casa, lavorare o far nulla, essenzialmente per godersi il risveglio e lo spettacolo della vita che riattacca, e si concederà che Masino era uno di quei giovanotti scapati che, forse non accorgendosene nemmeno, sanno crearsi stati magnifici pieni di avventura e di interesse e – questo è il bello – senza nessun bisogno, per farlo, di uscire dalla gran struttura macchinale della vita d’oggi. Al loro posto gente piú anziana troverebbe solo da bestemmiare e da guastarsi l’anima rimpiangendo i tempi passati. Noi invece, ci adattiamo come un pendolino e stiamo allegri, che è poi l’essenziale.
Scarica gratis: Racconti di Cesare Pavese.