La popolarità di Tarzan è certamente legata da sempre alle numerose, popolarissime e, spesso, men che mediocri, trasposizioni cinematografiche e anche, almeno per chi era ragazzo a metà del secolo scorso, alle tavole di fumetti scaturite dalla matita di Harold Foster e Burne Hogarth, per citare solo i più noti. Forse questa popolarità cinematografica e fumettistica ha contribuito a far collocare anche la matrice letteraria a un livello considerato “basso”.

Invece i romanzi di Buggoughs hanno una certa dignità e una qualità stilistica in fondo non troppo lontana da quella dei suoi predecessori naturali quali Kipling e London. Naturalmente abbiamo presenti i difetti che sono spesso comuni ai narratori d’avventura del principio del secolo scorso: il minuzioso giro descrittivo, l’eccessiva elaborazione e preparazione del colpo di scena, il risvolto melodrammatico sempre pronto a balzare in primo piano.

Ma la lettura è piacevole e la trama non certo così rozza come si potrebbe immaginare. Quindi, anche se siamo sul terreno minimo della filologia, è tempo di riportare al suo posto decoroso un narratore che ci ha proposto un personaggio che appare oggi come un ingenuo e, certamente, inconscio profeta di alcune istanze ecologiche.

Nel 1912 Burroughs era riuscito a pubblicare il suo primo racconto, originariamente intitolato Sotto le lune di Marte e oggi considerato come il punto di svolta nella fantascienza del XX secolo. Dopo che il suo lavoro successivo, un romanzo storico ambientato in Inghilterra al tempo dei re Plantageneti, fu rifiutato, volle rinunciare a scrivere, ma fu incoraggiato a riprovare dallo stesso editore dal quale aveva avuto quel rifiuto.

Nacque così Tarzan delle scimmie che fu pubblicato nel 1912 su All-Story Magazine ottenendo un grande successo. Nonostante questo i principali editori tentennarono ancora due anni prima di presentarlo in volume, cosa che avvenne nel 1914 da parte di A.C. McClurg divenendo il best seller di quell’anno. Nel 1918 giunse sullo schermo e fu il primo film della storia a fare un incasso lordo di oltre un milione di dollari.

Burroughs fu deluso dai films di Tarzan. Ci scherzava su ma amava sottolineare che il suo Tarzan era un uomo sensibile e intelligente. Sedeva alla Camera dei Lord quando non era occupato nella jungla africana. Era uomo veramente civile, eroico, bello ma, soprattutto, libero.

La vicenda è talmente nota che appena mette conto di riassumerla. Lord Graystoke e la moglie, già in attesa del piccolo che sarà poi Tarzan, sono coinvolti in un ammutinamento e sbarcati su una spiaggia africana al limite della giungla. Qui sopravvivono poco tempo, costruendo una capanna e fronteggiando i pericoli, ma entrambi periscono col bimbo ancora in culla.

Il piccolo viene raccolto e allattato da una scimmia e cresce con la comunità di grandi scimmie finché da adolescente ritrova la capanna che fu dei genitori e impara a leggere l’inglese studiando minuziosamente i libri che il padre aveva lasciato; tuttavia ovviamente non è in grado di parlare nella lingua dei genitori. Serba inoltre gelosamente il diario del padre che, tramite le impronte digitali del piccolo Tarzan, sarà più tardi la prova dell’appartenenza dello stesso alla nobile famiglia inglese.

Sulla stessa costa sbarca successivamente una spedizione scientifica che comprende tra gli altri il professor Porter e la figlia Jane. Tarzan si fa loro protettore e si innamora della ragazza. Salvato poi dai “selvaggi” il francese D’Arnot, riesce a rientrare in Europa insieme al nuovo amico che dimostra l’ascendenza nobile di Tarzan. Ma quest’ultimo, vista Jane promessa sposa al suo cugino che ha ereditato i suoi beni, rinuncia a far valere i suoi diritti per favorire la felicità e l’agiatezza dell’amata.

Sinossi a cura di Paolo Alberti

Dall’incipit del libro:

Questa strana storia me la raccontò un tale che non aveva alcun interesse a ripeterla anche ad altri. Furono certe bottiglie di vin vecchio che lo invogliarono ad iniziare il racconto; e, il seguito, lo seppi grazie ai miei atteggiamenti di dubbio.
La mia incredulità, che aveva sorpreso il mio ospite, lo spinse a terminare il racconto iniziato per effetto di quelle certe bottiglie, quando già mi aveva raccontata la storia fino a un certo punto. Mi mostrò alcuni manoscritti sciupati dall’umidità e alcuni documenti irti di cifre dell’ufficio coloniale britannico per sgominare i miei dubbi e per confermare i punti salienti della strana storia.
Certamente io non mi rendo garante di quanto sto per raccontare, perchè non fui testimone; ma per il motivo che darò ai personaggi dei nomi immaginari è facile comprendere che i miei dubbi sono completamente sfumati.
Sia i documenti che le pagine logore del diario di un tale morto da molti anni hanno una precisa concordanza con la storia del mio ospite. Ecco dunque il racconto sulle basi delle varie fonti a mia disposizione. Se, così, come ve lo presento non vi parrà attendibile, riconoscerete almeno che interessa ed eccita la curiosità, ed è nel suo genere, unico./em>

Scarica gratis: La giovinezza di Tarzan tra le scimmie di Edgar Rice Burroughs.