Il Viaggio notturno intorno alla mia camera,  ancora meno noto oggi e da non confondere con il Viaggio intorno alla mia camera, è apparso quasi sempre in raccolte delle opere complete di Maistre, già a partire dalla sua prima pubblicazione, nel 1825. Sono passati vari anni dalla pubblicazione (1794) della prima, fortunatissima bluette del poliedrico autore savoiardo. Maistre qui scrive un nuovo capitolo, più maturo, del racconto-diario, che tanta fama gli aveva elargito con la pubblicazione del Voyage.

Titolo originale dell’operetta è Expédition nocturne autour de ma chambre, con questo volendo Maistre sottolineare l’affinità ma anche le differenze rispetto alla sua prima opera. Il Voyage raccontava infatti di un ‘vero e proprio viaggio’, durato ben quarantadue giorni, di reclusione obbligatoria. L’Expédition invece è il frutto delle meditazioni, a volte meste, ma spesso presentate con toni ironici e leggeri, durante una piccola reclusione volontaria, della durata di poche ore serali.

La compilazione del Voyage era di poco successiva all’evento che l’aveva ispirata. L’autore era indubbiamente giovane e pieno di speranze in un futuro tutto da scoprire.

Dell’Expédition nocturne invece sappiamo essere ambientata nel 1800 e conosciamo, come già indicato, la probabile prima edizione (1825) ma non è certa la data in cui essa venne composta. I toni, le riflessioni, a volte i riferimenti fanno supporre che l’autore abbia raggiunto una certa maturità. Inoltre viene spesso citata la “cara” e “diletta” Sofia, certamente Sofia Zagrjazskaja, damigella d’onore dell’imperatrice russa e zia della moglie di Puškin, che Maistre aveva fatto sua sposa nel 1813.

L’Expédition racconta un momento abbastanza drammatico della vita di Maistre. Siamo appunto nel 1800, la marea della rivoluzione francese ha valicato le Alpi; l’autore, dopo aver cercato invano rifugio a Bologna, rientra a Torino. È anche per lui un periodo di difficoltà economiche. Decide di seguire le armate russe, richiamate in patria, nei cui ranghi ha militato.

Si appresta dunque con rimpianto a lasciare l’Italia, la sua amata Torino, e decide di trascorrere l’ultima notte prima della partenza dando libero sfogo ai suoi pensieri in una ‘spedizione’ che via via lo fa meditare sull’importanza dell’amicizia, sulla bellezza della natura, del cielo stellato, sulla dolcezza e le lusinghe dell’amore, sulla saggezza dell’età matura…

Il tema quindi non è più la straordinarietà di un viaggio in cui meta della visita, del pellegrinaggio sono il proprio essere, nel rapporto, spesso nel contrasto, tra l’anima e la ragione, e la ricchezza delle piccole cose quotidiane.

Lo stile è inconfondibile. Anche qui una serena ironia accompagna temi ancor più profondi. Maistre infatti condanna con garbata ma ferma veemenza ogni incapacità a reagire alle avversità, esalta quella che oggi definiamo ‘resilienza’. Parlando della morte, scrive: “Non havvi alcuno che pensi di dover morire; e se esistesse una razza d’uomini immortali, l’idea della morte li spaventerebbe più di noi [1]. […] L’avrei anche condotta [la meditazione su questo tema] più lungi se non mi fosse sopraggiunto un qualche scrupolo intorno alla severità della mia morale, e perciò non volendo toccarne il fondo mi posi a fischiare l’aria delle ‘follie di Spagna’ [2], la quale ha la proprietà di cangiare il corso alle mie idee quando esse prendono un’incomoda via.”

La traduzione che qui leggerete, la prima apparsa in Italia, è quella fatta da Paolina Leopardi, donna di grande cultura e intelligenza, lettrice forte, redattrice della rivista del padre Monaldo “La Voce della Ragione” e sorella di Giacomo. Il lavoro fu compiuto nelle stanze della casa avita di Recanati, in cui anch’essa, non certo volontariamente, si trovava reclusa. Aveva essa già letto e molto apprezzato il Voyage autour de ma chambre e si propose di tradurre l’Expédition nocturne autour de ma chambre non appena ne venne in possesso nella riedizione del 1828, che qui inseriamo al seguito del testo italiano.

La traduzione, sottoposta, come d’obbligo, all’imprimatur della Chiesa, venne pubblicata nel 1832.

Segnaliamo volentieri l’interessante volume, per i tipi di Osanna Edizioni, da cui abbiamo tratto il testo dell’Expédition nocturne, volume nel quale, oltre a questa traduzione, sono riportati altri scritti della Leopardi, accompagnati da un ricco corredo di saggi di Elisabetta Benucci, che ne illustrano la figura e l’opera [3].


  • [1] Nel testo è riportato, in nota, il significativo brano omesso da Paolina Leopardi nella sua traduzione.
  • [2]Folías de España. La follia è un tema musicale di origine iberica tra i più antichi della musica europea, nato, nei secoli XVI e XVII, come accompagnamento musicale a danze di pastori e contadini. Poi diviene un tema, bellissimo, della musica colta, in cui, intorno ad un tema melodico preciso, l’esecutore è libero di improvvisare. Hanno composto Follie i maggiori compositori come Girolamo Frescobaldi, Jean-Baptiste Lully, Arcangelo Corelli, Alessandro Scarlatti, Antonio Vivaldi, Johann Sebastian Bach, Francesco Geminiani, Georg Friedrich Händel, Antonio Salieri… Il compositore contemporaneo Vangelis ha composto una folia come tema del film del 1992 diretto da Ridley Scott 1492: la conquista del paradiso.
  • [3]Paolina Leopardi : Viaggio notturno intorno alla mia camera, traduzione dal francese dell’opera di X. de Maistre, e altri scritti / [a cura di] Elisabetta Benucci ; presentazione di Franco Foschi ; prefazione di Lucio Felici. – Venosa : Osanna, 2000.

Sinossi a cura di Claudia Pantanetti, Libera Biblioteca PG Terzi

Dall’incipit del libro:

Affine di rendere un poco interessante la nuova camera nella quale ho fatta una spedizione notturna, fa d’uopo che io mostri a quelli che ne sono curiosi il modo con cui mi era toccata in sorte. Distratto di continuo dalle mie occupazioni nella casa romorosa da me abitata, era lungo tempo che mi proponeva di procurarmi in quella vicinanza un più solitario ritiro, quando un giorno, scorrendo una notizia biografica riguardante Buffon, vi lessi che questo celebre uomo aveva drizzata nei suoi giardini una tenda isolata, in cui non vi era che una sedia ed il tavolino su cui scriveva, e non altro libro che il suo manoscritto cui stava lavorando.
Le chimere nelle quali mi vo occupando hanno una sì gran differenza dai lavori immortali di Buffon, che non mi sarebbe giammai venuto in mente il pensiero d’imitarlo, neanche in un tal punto, senza l’avvenimento seguente che mi vi fece determinare. Un mio servo spazzando i mobili credé scorgere molta polvere su di un quadro a pastello che aveva già terminato, perciò con un panno lo spazzò tanto bene, che giunse finalmente a sbarazzarlo da tutta quella polvere, la quale con tanta cura io vi aveva riunita. Dopo essermi messo in collera terribilmente contro di quest’uomo, che era assente, e dopo non averlo sgridato affatto quando fu di ritorno, secondo il mio uso, mi posi tosto in giro, e rientrai in casa con la chiave di una piccola camera che aveva presa in affitto nella via della Provvidenza al quinto piano. Vi feci immediatamente trasportare i materiali delle mie occupazioni predilette, ed in seguito vi passava la maggior parte del mio tempo, al coperto da ogni fracasso dei domestici, e libero da ogni pulitore di quadri. Le ore scorrevano per me quasi fossero momenti in questo isolato stanzino, e più di una volta le meditazioni mi hanno fatto dimenticare l’ora del pranzo.

Scarica gratis: Viaggio notturno intorno alla mia camera di Xavier de Maistre.