Quali sono le cause del bello e del sublime? Che cos’è che suscita in noi questa impressione? E cosa li differenzia? Le passioni, le sensazioni e le impressioni ci influenzano e ci fanno percepire il mondo in determinati modi; il tutto coinvolgendo i nostri sensi. Vista, tatto, olfatto, gusto e udito vengono stimolati in maniera diversa dagli oggetti e dall’ambiente.

Se analizziamo la sensazione di vastità essa cambia al mutare dello stesso oggetto; una parete molto lunga e uniforme ci stimola in maniera diversa da una di egual misura ma riccamente decorata. Un ambiente luminoso ci induce una sensazione piacevole poichè possiamo apprezzare gli oggetti che ci circondano; al contrario, il buio totale, può stimolare uno stato di tensione nervosa fino a indurci una sensazione di ansia o paura. Tensioni che si riscontrano, ad esempio, nelle lamentele di un amante abbandonato, dove noteremo che insisterà maggiormente sui piaceri a cui anelava piuttosto che a quelli passati insieme.

Come racconta Proust in Alla ricerca del tempo perduto, quando narra dei momenti sublimi che passava mentre si immaginava gli incontri con Albertine, Madame Swann o la Signora di Stermaria.Perciò, si potrebbe dire che: la sensazione del bello è materiale e desta nell’animo un’impressione gradevole; invece il sublime è un concetto più legato alla metafisica, è la soglia più alta, è un’emozione, una condizione, che può condurci, come nel caso della paura – in particolar modo della morte –, all’azione e alla distruzione.

Burke fu tra i primi a segnare il passaggio dall’Illuminismo al Romanticismo. La Ricerca sull’origine delle idee del sublime e del bello, che fu ispirata, probabilmente, dal Paradiso perduto di Milton, sarebbe passata in sordina se non avesse attirato l’attenzione di grandi pensatori come I. Kant, il quale sviluppando anch’esso il tema del bello e del sublime dichiarò che Burke fu il primo ad osservare tali sensazioni ed a porre i primi solchi su cui lui sviluppò i suoi approfondimenti in tale materia.

Sinossi a cura di Raffaele Fantazzini

Dall’incipit del libro:

Da un punto di vista superficiale può sembrare che differiamo molto considerevolmente l’uno dall’altro nei nostri ragionamenti, e non meno nei nostri piaceri; ma nonostante questa differenza, che ritengo più apparente che reale, è probabile che la ragione e il gusto abbiano in tutte le creature umane le stesse caratteristiche. Poichè, se non vi fossero principî di giudizio, così come di sentimento, comuni a tutti gli uomini, non si potrebbe fare nessun affidamento sulla loro ragione o sulle loro passioni, tale da permettere l’ordinario rapporto di vita. Appare infatti generalmente ammesso che riguardo alla verità e alla falsità vi sono alcuni principî stabiliti. Troviamo che le persone, nelle loro discussioni, continuamente si appellano a forme di giudizio sotto ogni aspetto accettate, il cui fondamento si suppone sia nella nostra natura comune. Ma non v’è lo stesso chiaro accordo nello stabilire principî costanti e fissi che si riferiscano al gusto; si suppone anzi comunemente che questa facoltà delicata ed aerea, che sembra troppo sfuggente per tollerare anche solo il vincolo di una definizione, non possa essere propriamente verificata mediante alcun modello, nè regolata su alcun tipo. Vi è un così incessante appello all’esercizio della facoltà razionale, ed essa è tanto rafforzata da una continua controversia, che alcune massime della vera ragione sembrano essere tacitamente stabilite tra i più ignoranti.

Scarica gratis: Ricerca sull’origine delle idee del sublime e del bello di Edmond Burke.