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(voce di SopraPensiero)
Scritto nel 1843, il Primato segue di qualche anno la Teorica del Soprannaturale e l’Introduzione allo studio della filosofia; il pensiero del Gioberti si svolge con coerenza attraverso queste tre opere. Il presupposto di base è che la storia civile degli uomini non può vedersi separata dalla storia religiosa: il cristianesimo, procedendo dalla rivelazione, è destinato a conquistare il genere umano. Primo passo diventa quindi obbligatoriamente la restaurazione dell’unità cattolica d’Europa. Di questa unità non può che essere punta di diamante proprio l’Italia, che da 18 secoli ospita il papato. Gli italiani sono dunque il popolo eletto da Dio nell’epoca moderna, come lo furono gli israeliti nell’antichità. È da queste premesse che Gioberti prende le mosse per intessere, in questo primo volume della sua opera più nota, le basi di quello che per lui era il principio della resurrezione dell’Italia, evolvendo il suo sogno di teocrazia repubblicana verso un progetto più ragionevole e almeno apparentemente più attuabile.
Sinossi a cura di Paolo Alberti
Dall’incipit del libro:
Stabiliti nella Teorica del Sovranaturale i nessi tra la ragione e la fede, tra la filosofia e la rivelazione, tra la religione e la civiltà, quasi a complemento delle giovanili dissertazioni latine, onde veniva addottorato e poi assunto nel Collegio Teologico dell’Università di Torino, instaurate nella Introduzione allo studio della filosofia le basi del suo sistema filosofico sulla pietra angolare della formola ideale e saggiatene le prime applicazioni nei campi del Bello e del Buono, Vincenzo Gioberti, caldo ancora della lotta ingaggiata contro l’Essere possibile negli Errori filosofici del Rosmini e della diatriba contro i «bamboli della Giovane Italia» nella Lettera al Lamennais, si apprestava ad affrontare nella piena maturità del suo pensiero il tema della redenzione d’Italia col discorso Del primato morale e civile degli Italiani. – I due ponderosi volumi scritti in meno di due anni venivano a raccogliere nella loro densa compagine il frutto di profonde meditazioni, cominciate dal giorno in cui il «vero italiano», l’«italiano esagerato» aveva preso a vagheggiare in un idillico sogno di filosofo e di patriotta la conciliazione della civiltà colla religione, della fede colla scienza, dell’umano col divino, del cielo colla terra. Si proponeva egli adesso di mettere in sodo la maggioranza italica non già numerando tutti i titoli della nostra gloria ma tentando a priori la dimostrazione del suo tema, di nudare le piaghe d’Italia e di proporne i rimedii, senza ricorrere a mutazioni chimeriche e violente e allontanando così dai principi la paura e dai popoli la smania delle rivoluzioni, poi che a suo parere gli ordini presenti chiudevano in se il germe di ogni perfezionamento e non esisteva in Italia dato o elemento di sorta, che avesse del vero o del nazionale, il quale non fosse buono in se stesso o accordabile con altri elementi mediante l’unità del genio patrio.
Scarica gratis: Del primato morale e civile degli italiani (Volume primo e Volume secondo) di Vincenzo Gioberti.