(voce di SopraPensiero)

Pubblicato Tartarino di Tarascona di Alphonse Daudet.

Tartarino, simpatico e ingenuo provinciale di Tarascona in Provenza, si sente gran cacciatore di leoni; ha letto molti libri di esploratori e si immedesima nelle loro avventure e le racconta come veramente vissute.

Spinto dagli amici parte per l’Algeria; prima di vedere un leone viene sedotto da una donna di mestiere e derubato da un sedicente principe. Lascia Algeri, si mette in cammino; una notte accampato in un campo di carciofi che crede sia il Sahara, vista un’ombra spara e uccide un asinello. Dopo altre fatiche e cammino incontra un vero leone e lo uccide; ma è un leone cieco e addomesticato.

Dopo aver saldato i danni ai legittimi proprietari dell’animale, come pure era successo per l’asinello, spedisce la pelle a Tarascona. Tornato in patria accompagnato da un cammello che gli si è affezionato viene accolto con tutti gli onori grazie alla pelle del leone cieco considerata dai suoi compaesani un grande trofeo.

Da quel momento Tartarino può raccontare le sue fantasiose vere avventure e non più quelle lette sui libri.

Sinossi a cura di Mario Sciubba Caniglia

Dall’incipit del libro:

La prima visita che feci a Tartarino di Tarascona è rimasta nella mia vita un avvenimento memorabile; sono ormai trascorsi dodici o quindici anni, ma me ne ricordo come se fosse stato ieri.
L’intrepido Tartarino abitava allora al principio della città la terza casa a sinistra sulla via d’Avignone. Un grazioso villino tarasconese, con dinanzi il giardino, col balcone a tergo, con mura candide, con persiane verdi, e con sempre sul passo della porta una nidiata di monelli giocanti fra loro a campana, o addormentati in pieno sole con la testa sulla lor cassetta di lustrascarpe.
Di fuori, la casa non sapeva di nulla.

Niuno si sarebbe mai creduto davanti alla dimora d’un eroe. Ma quando poi si entrava, che affare! […]
Dalla cantina al granaio, tutto l’edificio aveva aspetto eroico […]. perfino il giardino!

Oh, il giardino di Tartarino! Non ve n’era uno simile in tutta l’Europa. Non alberi paesani, non fiori del luogo; ma solamente piante esotiche: acacie gommifere; alberi della zucca lunga, piante del cotone, alberi del cocco; mangli, alberi del banana, palmizi; un baobab; nopali, agavi; e infine tanti fichi di Barberia da credersi in piena Affrica centrale, a diecimila leghe da Tarascona.