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Pubblicato Primo e secondo Libro della Jungla di Rudyard Kipling.
Dall’incipit del libro:
Erano le sette di sera di una caldissima giornata nelle colline di Seeonee, quando Papà Lupo si destò dal suo riposo diurno, si grattò, sbadigliò, e stirò le zampe una dopo l’altra per liberare le estremità dal torpore del sonno. Mamma Lupa stava distesa col grosso muso grigio tra i suoi quattro cuccioli che si rotolavano guaiendo, e la luna splendeva nella bocca della tana dove tutti abitavano.
— Augrh! – disse Papà Lupo, – è ora di andare nuovamente a caccia.
Stava, infatti, per lanciarsi giù per la collina, quando una piccola ombra con una coda folta attraversò la soglia e mugolò:
— La buona fortuna t’accompagni, o Capo dei Lupi; e buona fortuna e forti denti bianchi ai tuoi nobili figli, e che essi non dimentichino mai gli affamati di questo mondo.
Era lo sciacallo, Tabaqui, il Leccapiatti, e i lupi dell’India disprezzano Tabaqui perché egli corre intorno a far guai, a raccontar frottole, mangiando cenci e pezzi di cuoio nei mucchi di immondizie dei villaggi. Ma hanno anche paura di lui, perché Tabaqui, più di ogni altro nella Jungla, può perdere la ragione e allora dimentica che ha sempre avuto paura di tutti, e corre per la foresta e morde tutto ciò che incontra. Persino la tigre scappa e si nasconde quando il piccolo Tabaqui impazzisce, perché la pazzia è la cosa più vergognosa che possa capitare a una creatura selvatica. Noi la chiamiamo idrofobia, ma loro la chiamano dewanee, la pazzia, e fuggono.