Dall’incipit della tesi:

Nella realtà urbana italiana, ed in modo particolare per le città con forte impianto medievale, l’area centrale della città presenta caratteristiche uniche che la rendono soggetto di particolare interesse storico e monumentale. L’identità di queste città si confonde con quella del suo centro antico molto spesso centro pulsante della vita comunitaria.
L’immagine di Prato, città medievale, è invece sempre stata legata a quella dell’industria tessile, della rigenerazione degli stracci che ritornano da tutto il mondo per ottenere nuova vita. Con il ridimensionamento dell’industria tessile del rigenerato e le nuove dinamiche sociali ed economiche (quali la tendenza alla decelerazione dell’incremento demografico, l’immigrazione di nuovi tipi sociali da paesi extracomunitari, la produzione trasformata da terziario industriale in terziario avanzato), che sostituiscono le dinamiche che si erano consolidate dal dopoguerra fino agli anni ’70-’80, la città si è trovata di fronte al problema di costruire una nuova identità confacente al diverso stile di vita degli abitanti, ormai con grado di cultura più elevato e con bisogni qualitativamente diversi dall’imprenditore o dall’operaio tradizionale.
Il centro storico di Prato si presenta come realtà sintomatica di questo cambiamento con la sua parabola evolutiva: area con immobili e monumenti di notevole interesse storico ed architettonico, prima utilizzata come luogo di produzione, come testimoniato dai molti stabilimenti ancora oggi presenti entro le mura, poi abbandonata nel periodo di maggiore sviluppo industriale per la necessità di nuovi spazi produttivi, ed infine momento di riscatto e riqualificazione per l’immagine complessiva della città e del suo prodotto, non più straccio ma manufatto di elevato livello qualitativo.
Questo lavoro di ridefinizione dell’identità del centro storico e della città nel suo complesso, è passato per alterne vicende partendo dalla nascita dell’ufficio centro storico per giungere agli indirizzi attuali ed all’espansione del concetto di qualità della vita che ingloba anche aree totalmente al di fuori del centro antico, come il Museo per l’Arte Moderna L.Pecci.

Relatore Dott. Annick Magnier, sessione autunnale, anno accademico 1995, Università degli Studi di Firenze, Facoltà di Scienze Politiche, tesi di laurea in sociologia urbana.

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