Dall’incipit della tesi:

Indubbiamente la figura di Niccolò Machiavelli nel quadro generale della storia della letteratura italiana non solo occupa un posto particolare, ma costituisce una fonte quasi inesauribile di discussioni e di polemiche. In tal senso, non è un caso che le opere del segretario fiorentino siano state per secoli animatamente discusse e variamente interpretate da parte delle più significative personalità del mondo della cultura. Infatti, in questa schiera di interpreti machiavelliani si trovano ad esempio, filosofi e letterati quali Voltaire, Alfieri, Foscolo, Cuoco, Manzoni, Fichte, Hegel, Gentile, Croce.
Ma è altrettanto significativo il fatto che i vari studiosi si sono occupati dell’opera machiavelliana, si siano più o meno appropriati – pur partendo da punti di vista diametralmente opposti – del pensiero politico del segretario fiorentino. Ebbene, in questa prospettiva, la ragione fondamentale che mi ha sollecitato ad intraprendere il presente lavoro di ricerca è stata l’esigenza di aggiornare i vari contributi che in questi ultimi anni si sono succeduti a proposito dell’opera machiavelliana ed, in modo par- ticolare, sull’opera che è stata oggetto delle più animate e vivaci discussioni, ossia il Principe.
Da un punto di vista strettamente cronologico ho preso come punto di riferimento il 1969, anno in cui si sono svolte le celebrazioni del V anniversario della nascita di Niccolò Machiavelli poiché in questo anno si è fatto il punto sui risultati che fino ad allora erano stati raggiunti dalla critica machiavelliana.

Relatore Chiar.Mo Prof. Enzo Noè Girardi, anno accademico 1990/91, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Facoltà di Magistero, corso di laurea in Pedagogia.

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