Dall’incipit della tesi:

A partire dalle opere giovanili, fino alle ultime conferenze, nel pensiero di Heidegger emerge un’istanza fortemente strutturante.
La questione di un ordine o di una regolarità si attesta con continuità, sia in modo diretto come nell’analisi del λόγος, sia implicitamente nell’architettura delle argomentazioni, nelle scelte lessicali e negli ambiti semantici richiamati. Viene delineato un ordine determinante, la cui stringenza però non risulta facilmente riconoscibile, e, comunque, non nella modalità più consueta di una causa efficiente: a suo riguardo una estensione generale può essere fraintesa con una sostanziale indifferenza, la sua preminenza e non deducibilità può evocare impropriamente l’idea di assoluto.
Questa tesi si assume il compito di individuare ciò che è proprio di tale ordine, il suo tratto caratterizzante e il senso del suo manifestarsi. Il tema della nostra analisi sarà dunque la configurazione originaria in cui l’essere ed il pensiero si dispongono in base ad una cogenza. L’attenzione verrà così rivolta alle dinamiche insite in quella nozione di «medesimo» – che il filosofo reputa massimamente degna di indagine – nella quale, a partire dall’idealismo, non viene più indicata la mera coincidenza dell’uguale ma si apre la strada all’interpretazione di una «coappartenenza«, cui non sono estranee una contesa ed un accordo.
In virtù del livello originario del tema, il significato di parole quali legge, ordine o regola non può essere semplicemente applicato a ciò che esse devono descrivere. Di pari passo con la chiarificazione della logica di Heidegger, infatti, i termini impiegati per definire il tema saranno a loro volta pensati e parzialmente ridefiniti in base al loro «oggetto«. Già a livello procedurale si ha quindi a che fare con una petitio principi che segna inequivocabilmente lo scarto rispetto al pensiero rigoroso tradizionale.
Lo stesso argomento che si intende affrontare, sebbene ad esso siano dedicati molti scritti, e, in particolare, l’illuminante corso del ’44 sulla dottrina eraclitea del λόγος, non è preliminarmente del tutto acquisito. Infatti, uno studio che, come il presente, approfondisca un aspetto all’interno di un’ampia impostazione di pensiero, e che quindi debba isolare una questione nei limiti necessari ad un’analisi critica, ha bisogno di ribadire in modo esplicito i propri presupposti. Ad imporre questa esigenza è il passaggio dalla speculazione e dal linguaggio heideggeriano ad un qualsiasi punto di vista che non si annulli nell’adesione completa alla prospettiva del filosofo. Pertanto, prima di considerare il senso della logica originaria, bisogna comprendere in che modo si mostri un rapporto possibile tra l’originarietà da una parte ed il dover-essere che un ordine esprime dall’altra.

Facoltà di Filosofia, Università di Roma “La Sapienza”, Relatore: Paolo Vinci, Correlatore: Edoardo Ferrario, Anno accademico: 2004-2005.

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