Dall’incipit della tesi:

La storia del Concilio Vaticano II, il grande evento che segna il destino della moderna chiesa cattolica, è fatta naturalmente di correnti di pensiero, accesi dibattiti, contrapposizioni spesso anche virulente tra scuole teologiche. Ma, naturalmente, è fatta soprattutto da uomini, dagli oltre duemila vescovi di tutto il mondo che vi partecipano, e dagli innumerevoli teologi che di questi vescovi costituiscono l’ausilio, spesso insostituibile, per la comprensione dei problemi posti in aula.
E’ per dare risalto a questi uomini, a questi testimoni diretti dell’evento, che da qualche tempo pare accrescersi l’interesse per un tipo di fonte generalmente poco considerata, perché giudicata troppo soggettiva, quasi che non sia compito dello storico il trarre, per quanto possibile, l’oggettivo da una miriade di soggettività. Parlo naturalmente dei diari, delle memorie scritte per sé e quelle scritte per i «posteri», come si suol dire. Ora, nello studio del concilio Vaticano II, ci si imbatte nella fortunata circostanza di un’inusitata quantità di tali diari, scritti sia dai padri conciliari sia dai loro periti, ma anche da testimoni esterni all’aula, preziosi per la loro opera di collaborazione. Uno studio sui diari conciliari è stato già fatto da Alberto Melloni nella prefazione all’edizione del diario Chenu, alla quale si rimanda per un discorso più approfondito; basterà qui collocare, in questo ambito rapidamente tratteggiato, il diario di Ermenegildo Florit.
Si tratta di un documento per molti versi simile agli altri di questo genere: si concentra sugli eventi più importanti, soprattutto quelli che riguardano l’autore del diario, naturalmente; inoltre vi si riscontra una sproporzione tra lo spazio dedicato alla prima sessione, evidentemente oggetto di grande curiosità e stupore da parte di molti padri, e le sessioni successive. In questo va però detto che Florit «tiene duro» fino alla fine del Concilio, mentre molti altri diari si arrestano alla fine della prima sessione, o, come nel caso di Siri, giungono faticosamente alla terza, saltando però la seconda.

Relatore Alberto Melloni, anno accademico 1999/00, Università degli Studi di Roma III, Facoltà di Lettere e Filosofia, tesi di laurea in Storia del Cristianesimo.

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