Dall’incipit della tesi:

La definitiva rimozione della barriera tra le arti, avvenuta negli anni Sessanta, consiste in un vero e proprio processo di sconfinamento tra le diverse discipline artistiche.
Tra le varie forme espressive – come la musica sperimentale, la danza, il teatro e tutte le arti figurative in genere – si creano nuove ed interessanti possibilità di relazione. Ogni elemento mantiene la propria autonomia, ma contemporaneamente esiste una nuova libertà di associazione: possibilità associative tra suono, visione, movimento, staticità.
La volontà di andare oltre i confini, la continua ricerca di un superamento dei tradizionali schemi espressivi, portano ad un progressivo avvicinamento dell’arte alla vita. Avvicinamento inteso come nuova identità arte-vita: si tratta di un’arte in relazione più stretta con la vita, accessibile all’intera società perché rivolta a tutti e non solo ad un pubblico ristretto.
«Arte come manifestazione di vita», dove gli artisti possono affrontare i problemi essenziali dell’esistenza, cercando di sviscerarli nella loro complessità e tentando di darne delle risposte fruibili dalla comunità.
Trovo interessante riportare una formulazione sull’arte data da John Cage: «…anziché essere un oggetto prodotto da una sola persona, l’arte è un processo messo in moto da un gruppo di uomini. L’arte è socializzata. Non è qualcuno che dice qualcosa, ma della gente che fa delle cose e dà a ciascuno, compresi coloro che vi sono coinvolti, l’occasione di avere delle esperienze che non avrebbe avuto altrimenti…»

Relatore prof. Miklos N. Varga e Antonella Micaletti, anno accademico 1997-98, Accademia di Belle Arti di Brera (Milano), corso di Decorazione.

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