Podcast: Apple Podcasts | RSS
(voce di SopraPensiero)
Lo sguardo dei telescopi abbraccia porzioni di cielo che contengono spesso oggetti posti alle distanze più diverse dall’osservatore terrestre. Nell’immagine catturata dal Very Large Telescope dell’ESO sono visibili contemporaneamente due asteroidi interni al Sistema Solare, una stella della via Lattea a circa 500 anni luce da noi, una coppia di galassie irregolari con una supernova distante 70 milioni di anni luce ed infine un remoto ammasso di galassie, lontano miliardi di anni luce dalla Terra.
Talvolta vi sono oggetti celesti che appaiono strani o differenti dal normale: hanno quasi sempre una storia da raccontare e si rivelano scientificamente gratificanti. Questa era l’idea dietro il catalogo delle galassie peculiari di Halton Arp, che fu pubblicato negli anni ’60 del secolo scorso. Una delle bizzarrie che vi compaiono è Arp 261, che è stata ora ripresa con il maggior dettaglio di sempre, usando lo strumento FORS2 del Very Large Telescope dell’ESO. Si è scoperto che l’immagine contiene svariate sorprese.
Arp 261 è situata a circa 70 milioni di anni luce di distanza, nella costellazione della Bilancia. La sua struttura caotica, del tutto inusuale, è il frutto dell’interazione gravitazionale tra due galassie, che sono impegnate in un incontro ravvicinato lento, ma altamente distruttivo. Benché nel corso di tali eventi è molto improbabile che vi siano collisioni tra stelle, sicuramente le enormi nubi di gas e polveri cozzano l’una contro l’altra ad alta velocità, portando alla formazione di nuovi ammassi di stelle molto calde e brillanti, chiaramente visibili nell’immagine. Le orbite delle stelle nelle due galassie sono state poi radicalmente sconvolte. Si sono così creati i fiochi mulinelli che si estendono negli angoli superiore sinistro e inferiore destro dell’immagine. Entrambe le galassie interagenti erano probabilmente nane, non diversamente dalle Nubi di Magellano che orbitano intorno alla nostra galassia.
In realtà, le pose usate per assemblare quest’immagine non erano state affatto prese per studiare le galassie interagenti, ma per investigare le proprietà dell’oggetto poco appariscente che si trova sulla destra di Arp 261, presso il centro dell’immagine. Si tratta di un’insolita supernova, SN 1995N, che si ritiene essere il risultato del collasso finale di una stella massiccia giunta alla fine della sua vita, una cosiddetta supernova da collasso del nucleo (core collapse supernova). SN 1995N è insolita perché è andata spegnendosi molto lentamente. Appare tuttora chiaramente visibile nell’immagine, a diversi anni di distanza dall’esplosione iniziale. Si tratta inoltre di una delle poche supernovae per le quali è stata osservata l’emissione di raggi-X. Gli astronomi pensano che queste caratteristiche inusuali siano la conseguenza di un’esplosione avvenuta all’interno di una regione di spazio ad alta densità: il materiale espulso dalla supernova ha dovuto per così dire scavarsi la strada, creando onde d’urto da cui emanano i raggi X osservati dalla Terra.
A parte la galassia interagente e la sua supernova, l’immagine contiene anche una serie di altri oggetti posti a distanze estremamente differenti da noi. In primo luogo, due piccoli asteroidi che si trovano nel Sistema Solare tra le orbite di Marte e di Giove. Si sono trovati ad attraversare il campo osservato dal telescopio durante l’acquisizione dell’immagine e hanno lasciato le tracce rosse, verdi e blu visibili nel quadrante superiore sinistro. Le tracce sono l’effetto del movimento degli asteroidi durante ciascun periodo di esposizione e durante esposizioni successive, realizzate per mezzo di differenti filtri colorati. L’asteroide in alto è il numero 14670 e quello a sinistra il numero 9735. Misurano forse meno di 5 km. La luce solare riflessa da questi piccoli corpi impiega circa quindici minuti per raggiungere la Terra.
Il successivo oggetto più vicino è probabilmente la stella apparentemente brillante visibile in basso. Certo, sembra luminosa, ma è ancora almeno cento volte troppo debole per poter essere vista a occhio nudo. Si tratta con ogni probabilità di una stella simile al Sole, situata a circa 500 anni luce da noi: 20 milioni di volte più lontana dei due asteroidi. Arp 261 e la supernova si trovano invece a una distanza da noi circa 140.000 volte maggiore rispetto a questa stella, ma tuttavia in quelli che gli astronomi sogliono ancora considerare i nostri dintorni cosmici. Molto più distante, forse cinquanta o cento volte più lontano da noi di Arp 261, si trova infine l’ammasso di galassie visibile sul lato destro dell’immagine. Non vi è dubbio, tuttavia, che oggetti molto più remoti si trovino, non riconosciuti, tra le fioche luci visibili sullo sfondo di questa meravigliosa immagine.
Michele Diodati scrive sul blog astronomico Media Meraviglia.