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(voce di SopraPensiero)Pubblicato Irredentismo adriatico di Angelo Vivante.
Dall’incipit del libro:
Nel sottotitolo di queste pagine è il loro intendimento vagheggiato: vorrebbero contribuire a ciò che, finora, nel regno d’Italia, non si è fatto mai: studiare e discutere l’irredentismo, fuor d’ogni peste retorica e di ogni lue pseudo-letteraria, col minimo di passione consentito agli umani. E, per discuterne – secondo la buona massima degli antichi -, cominciare col distinguere. Primo: l’irredentismo che c’è (Trento e Trieste) da quelli che, se non rinascono, sono morti, ovvero non furono mai ben vivi (Nizza, Corsica, Malta, Ticino). E perché? (Quesito non disutile che qui pongo soltanto.) La Francia, a Nizza, ha trattato e tratta gli italiani – quei pochi che si sentono ancora tali – peggio, assai peggio del centralismo austriaco. Poi «Trento-Trieste»: le due sorelle siamesi della retorica tradizionale. Occorre decidersi a tagliare l’escrescenza teratologica che le unisce: non vi sono, a crearle apposta, due cose più essenzialmente diverse: per fondo storico, etnico, economico, negli stimoli, nelle resistenze, ecc.
Dunque Trieste e, con Trieste, l’Istria (di cui Trieste è, sebbene non storicamente, parte precipua) e Gorizia e il Friuli orientale, tutti inseparabili davvero da Trieste. Ecco, Irredentismo adriatico. Non, forse, tutto l’irredentismo adriatico. La strategia e la tattica, lo vedremo, potrebbero volerlo portare sin oltre Fiume, in Croazia; la retorica e la letteratura anche più in là, magari sino a Cattaro, dove sboccherebbe nell’imperialismo; fuori, ad ogni modo, dal campo circoscritto di questa ricerca.