Era ora; onestamente non se ne poteva più. Negli ultimi tempi questo paese ha preso brutte abitudini: da un lato perseguita evasori fiscali, mafiosi, palazzinari e “furbetti” vari, che nulla fanno di male se non badare agli affari propri (a scapito di pochi milioni di persone, tutto sommato), e dall’altra parte assoluto lassismo per le vere piaghe dei nostri giorni: orde di bimbetti che intonano canti popolari impunemente. Audite, audite: senza pagare la tassa alla SIAE.

Ecco l’articolo di Repubblica.it:

La Repubblica.it (Bari), 3 settembre 2006
Blitz della Siae alla festa multati i bimbi di Cernobyl
di Paolo Russo

Volevano ringraziare con la musica le famiglie che li avevano ospitati. Ma per l’ispettore hanno violato i diritti d’autore.

La Siae ha fatto una multa di 205 euro a 14 bambini di Chernobyl per violazione del diritto d’autore. I piccoli, di età compresa tra i 7 e 12 anni, avevano preparato un piccolo spettacolo per dire grazie alle famiglie da cui erano stati ospitati. Con una canzone in bielorusso. Le piccole casse di un computer portatile diffondevano una canzone popolare. E loro, sulla base musicale, avevano iniziato a cantare le prime strofe per salutare le persone che si erano prese cura di loro per quasi un mese.

I bambini per tutto agosto sono stati ospiti di 14 famiglie di Noci e Martina Franca che hanno aderito al progetto di solidarietà di Legambiente. Domenica 27 era il giorno dei saluti. La Società operaia ha prestato gratuitamente il suo locale nel centro storico di Martina Franca. E lì si sono trovati tutti insieme per l’ultima volta i bambini bielorussi, le loro “famiglie” italiane e tutti quelli a cui i bambini volevano dire grazie. Una sessantina di persone in tutto quelli presenti alla festicciola improvvisata. Del tipo: ognuno porta una cosa. Poi i bambini, che da giorni si organizzavano con le due accompagnatrici, hanno indossato abiti buffi fatti di carta igienica e piatti di plastica e dalle casse del portatile era partita la musica.

Mentre i bambini cantavano “Viva la gente” e un brano popolare bielorusso, nel locale della Società operaia si è affacciato un estraneo che poi si è presentato come «dottor Francesco Disanto, titolare dell’ufficio Siae di Martina Franca». È arrivato lì, di domenica sera, perché nessuno dei bambini bielorussi aveva chiesto l’autorizzazione a esibirsi alla Società italiana degli autori e editori. «Abbiamo cercato tranquillamente di spiegare che la festa era stata improvvisata alla buona – spiega Michele Massafra, referente territoriale dell’iniziativa benefica – e soprattutto gli abbiamo fatto presente che quella era la nostra serata dei saluti e i bambini avevano pensato di farci questa sorpresa». Ma Disanto non ha ammesso ragioni. Nel verbale arrivato il giorno dopo per raccomandata alla sede della società operaia per oggetto c’è scritto: «Tutela del diritto d’autore, manifestazione per bambini “Progetto accoglienza di Chernobyl” con esecuzioni musicali».

Per il titolare dell’ufficio Siae di Martina Franca i bambini bielorussi avevano violato l’articolo 17 della legge numero 633 del 1941. Il reato che gli è stato contestato è quello di esecuzioni di opera di ingegno senza preventiva autorizzazione dell’autore. Bielorusso. «Una decisione sconcertante – denuncia Angela Lobefaro responsabile pugliese di Legambiente Solidarietà – soprattutto a conclusione di una meravigliosa esperienza . Vorrà dire che la Siae si terrà i soldi e noi, nella mente, l’indelebile ricordo dei sorrisi di quei bambini».

Purtroppo è ormai cosa nota che i bambini di Chernobyl non sono i soli a delinquere. Circola voce che ci sia una certa quantità di farabutti che sotto la doccia fischietta. Anni di educazione, sanzioni e tutta una serie, davvero imponente, di nuove leggi (come la galera per chi spaccia gli MP3, forieri di tante morti il sabato sera, come si sa) sembra non siano ancora sufficienti. Eppure i legislatori, chini (a 45 gradi) sulle loro carte hanno lavorato come non mai, accogliendo tutte, ma proprio tutte, le istanze delle multinazionali in tema di Santa Protezione del Diritto d’Autore (dove l’autore, ovviamente, non è l’autore, ma la multinazionale che detiene i diritti…).

Ma non basta. Di questo passo, andrà finire che nelle scuole elementari, a fine anno, faranno le recite scolastiche senza versare il giusto obolo ai nostri artisti miliardari. Ma questi bimbetti di 6-7 anni si rendono conto o no di quanto fanno soffire i nostri idoli pop, e le nostre regine delle classifiche?