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(voce di SopraPensiero)Il 6 febbraio 1515 moriva a Venezia Aldo Manuzio, editore, umanista e tipografo, al quale è intestato il nostro progetto di biblioteca digitale.
Le esequie si tennero nella Chiesa di San Paternian, dove il suo feretro venne deposto tra una schiera di libri, i suoi libri. L’orazione funebre di Raffaele Regio tessé le lodi di quell’uomo della campagna romana, proveniente dal piccolo borgo di Bassiano, che in appena 20 anni di attività come editore aveva rivoluzionato la storia della tipografia.
Se esistono i tascabili moderni, lo dobbiamo ad Aldo; se esistono le collane editoriali, lo dobbiamo ad Aldo; se esiste il corsivo e il times new roman lo dobbiamo ad Aldo; se esiste il marketing editoriale, lo dobbiamo ad Aldo; se esistono i falsari di libri, lo dobbiamo ad Aldo perché in tanti provarono ad imitarlo, senza riuscirvi; se esistono le edizioni di pregio illustrate, lo dobbiamo ad Aldo.
Il suo marchio tipografico era l’emblema della sua straordinaria rivoluzione: un’ancora con un delfino attorcigliato e il motto «festina lente» (affrettati lentamente), a coniugare un’idea di solidità culturale – che affondava nella tradizione classica (greca più che latina) – con un’idea di modernità, velocità, intelligenza, quella che i delfini da sempre incarnano.
Tutti noi dobbiamo qualcosa ad Aldo: se la nostra è ancora la civiltà del libro (materiale o digitale), la forma che questo ha assunto nel corso dei secoli nasce dalle geniali intuizioni di un grande umanista, Manuzio Aldo da Bassiano.
Ringraziamo per queste note Fabio Massimo Bertolo, direttore di Minerva Auctions, http://www.minervaauctions.com/.
Per saperne di più, nella nostra biblioteca trovate «Vita di Aldo Pio Manuzio» di Domenico Maria Manni.