(voce di SopraPensiero)

Pubblicato Origine della lingua italiana di Luigi Morandi.

Dall’incipit del libro:

Non paia strano ch’io cominci il mio ragionamento col combattere il titolo, che io stesso gli ho dato. Le parole: Origine della Lingua italiana, presentano la questione nel modo come è concepita dai più, e sono anche il titolo più comune, col quale viene trattata. Io quindi le ho messe nel frontespizio, per non rendermi singolare, ma insieme per aver subito occasione di dimostrare, che esse non rispondono bene a una trattazione rigorosa della materia, e conducono necessariamente fuori di strada chi le accetta per guida. Infatti, è o non è lingua italiana quella usata da monsignor Giovanni della Casa nel suo famoso Galateo? Sicuro, è lingua italiana; e così bisogna chiamarla, non foss’altro, perché non si saprebbe chiamare diversamente. Eppure, io trovo che la prima parola di codesto libro è un conciossiacosachè, parola che di certo non fu mai usata parlando; e trovo che il cavalier Lionardo Salviati, volendo fare il maggiore degli elogi al medesimo libro, dice che in «cosa che appena par da credere, l’Autore la moderna legatura delle parole, ed il moderno suono, mentre continuo l’aveva nell’orecchie, si potette dimenticare.» Quindi, accanto a quella usata dal Casa, e da essa più o meno diversa per vocaboli e per costrutti, c’era un’altra lingua italiana, cioè la parlata. Di quale, dunque, di queste due lingue dovrò io raccontare l’origine? Della parlata, soprattutto, — mi par di sentirmi rispondere. E sta bene.