(voce di SopraPensiero)

Conflitto armato tra nazioni sovrane. Bombardamenti intelligenti con stragi di civili. Scorrerie di bande paramilitari in città e villaggi. Morte atomica. Tregua per preparare gli ordigni, i combattenti, le tattiche, gli arsenali di domani. Possiamo dirlo in tanti modi: ma è sempre della guerra che stiamo parlando. Quella cosa che coinvolge puntualmente gli Stati Uniti, spesso l’Europa (Premio Nobel per la Pace non molti anni or sono), qualche volta l’ONU. Da venticinque anni anche l’Italia, chiamata in servizio effettivo permanente dall’ormai sessantacinquenne (e la vecchiaia si sente tutta) Patto Atlantico. Chiamata ad ogni sorta di collaborazione: nella produzione e nel commercio di armi e apparecchiature militari (altro che l’alta moda: sono sempre stati Valsella, Beretta, Agusta i marchi italiani che vanno per la maggiore), negli interventi diretti in ogni parte del mondo, nelle operazioni di spionaggio. La guerra permea ogni aspetto del vivere civile dei Paesi occidentali, non solo dell’Italia, anche in tempo di pace. E viene il sospetto che la «guerra guerreggiata» non sia altro che «il risvolto più brutale del nostro modo di produrre e di consumare» […]
Un libro scritto a più mani – con tanta lucidità che verrebbe da riportare pari pari, a mo’ di recensione, l’intera pagina di apertura – dove si affronta il tema della guerra in molti suoi aspetti diversi e da altrettante prospettive: l’affare globale delle spese militari, la NATO e gli eserciti professionali, la questione della sovranità nazionale e della situazione internazionale dopo la guerra fredda, le armi nucleari, il contesto europeo e perfino un punto di vista sindacale sulla produzione militare. Nessuno vuole sostenere che «farla finita con l’industria della morte» possa essere facile o rapido. Ma è necessario: almeno se si ama la pace. E riuscirci è tutt’altro che impossibile. Questo libro spiega perché. E lo fa molto bene.


G. Piccin (a cura di), Se dici guerra […] Basi militari, tecnologie e profitti, ed. Kappa Vu, 2014, pp. 152, euro 12.

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Paolo Calabrò
Laureato in scienze dell'informazione e in filosofia, gestisco il sito ufficiale in italiano del filosofo francese Maurice Bellet. Ho collaborato con l'Opera Omnia in italiano di Raimon Panikkar. Sono redattore della rivista online «Filosofia e nuovi sentieri» e membro dell'associazione di scrittori «NapoliNoir». Ho pubblicato in volume i saggi: – Scienza e paranormale nel pensiero di Rupert Sheldrake (Progedit, 2020); – Ivan Illich. Il mondo a misura d'uomo (Pazzini, 2018); – La verità cammina con noi. Introduzione alla filosofia e alla scienza dell'umano di Maurice Bellet (Il Prato, 2014); – Le cose si toccano. Raimon Panikkar e le scienze moderne (Diabasis, 2011) e 5 libri di narrativa noir: – Troppa verità (2021), romanzo noir di Bertoni editore (2021); – L'albergo o del delitto perfetto (2020), sulla manipolazione affettiva e la violenza di genere, edito da Iacobelli; – L'abiezione (2018) e L'intransigenza (2015), romanzi della collana "I gialli del Dio perverso", edita da Il Prato, ispirati alla teologia di Maurice Bellet; – C'è un sole che si muore (Il Prato, 2016), antologia di racconti gialli e noir ambientati a Napoli (e dintorni), curata insieme a Diana Lama.