Il bere problematico rappresenta un fenomeno in espansione che coinvolge negativamente ed in maniera diffusa larghi strati di popolazione, soprattutto giovanile. Da alcuni anni è finalmente maturata la consapevolezza della necessità d’affrontare seriamente il problema e molto si sta facendo nei settori della prevenzione, della sensibilizzazione e della cura. L’obiettivo che gli Autori si sono riproposti è quello di coinvolgere nella riflessione quanti hanno già sviluppato un legame psico-fisico con l’alcol, o adottano stili di vita a rischio, chi nutre preoccupazioni per una persona cara o un conoscente e non sa come agire, o chi, molto più semplicemente, desidera essere informato su una particolare espressione del moderno malessere.
Il testo ha un taglio divulgativo per poter essere accessibile a quanti, interessati a vario titolo, non possegono una formazione specifica; ma nel contempo, per la rigorosità scientifica, può fungere da riferimento anche per gli operatori che lavorano in campo algologico. Il libro nasce dalla consolidata esperienza dell’U.O. di Alcologia dell’Ospedale Fatebenefratelli e dei Club degli Alcolisti in Trattamento di Venezia ed è suddiviso in una sezione prettamente teorica e in un’altra dedicata alle testimonianze ed alle esperienze di vita, non solo dei diretti interessati, ma anche di familiari ed amici.
Voci, parole, speranze condivise che fanno intravedere come anche in certi momenti bui della propria esistenza sia possibile guardare al di là dell’oscurità.
In copertina: The Drinker di Judith Lane-Ewing.
(Silvia Manente)
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