Victory, che fu pubblicato a puntate e in volume nel corso del 1915, era stato scritto da Conrad tra il 1912 e il 1914. L’ambientazione temporale della narrazione non è definita ma è collocabile attorno alla fine del XIX secolo; Conrad fu attivo e visse in quella parte del mondo che è descritta nel romanzo alla fine degli anni ’80 del secolo XIX. La trama si svolge in gran parte nell’isola di Samburan, sulla cui reale identificazione la critica ha speso non poche pagine, collocata a trecento miglia dalla città indonesiana di Sourabaya e al largo della costa meridionale dell’isola Sulawesi (Celebes il suo nome in epoca coloniale e in questo romanzo). Una parte della vicenda si svolge a Sourabaya per spostarsi poi a Samburan fino al suo drammatico culmine.
La narrazione ruota attorno al personaggio di Axel Heyst, proveniente dalla nobiltà svedese ma cresciuto in Inghilterra. Fin dall’infanzia Axel ha recepito la filosofia di vita del padre, secondo il quale il mondo è essenzialmente malvagio e partecipare all’esistenza di questo mondo può solo incrementare il male e mettere l’individuo nei pasticci. Il padre di Axel ha inculcato nel figlio l’idea che l’unica cosa che si può fare nella vita è osservare la stessa con distacco e partecipare al minimo alla sua azione. Axel Heyst è un perfetto gentiluomo e si fa benvolere, cortesemente raffinato e delicatamente gioioso; nasconde perfettamente sotto questa immagine le sue considerazioni personali sull’esistenza umana.
Forse verso la fine del romanzo si rende conto della futile mortalità della sua filosofia, ma questa consapevolezza è tardiva. La caratterizzazione di questo personaggio resta un indimenticabile monumento alla tragedia di non saper amare. Resta una persona buona e gentile con grandi capacità di tenerezza e calore, ma la sua scelta da isolato eremita lo deruba di ogni dono prezioso che la vita può offrire. È forse proprio questo il significato cardine di questo romanzo: amare è il bene più grande; al contrario, essere incapaci di amare è la più grande disgrazia. E questa incapacità non può che condurre al “niente”, che è infatti la parola con la quale il romanzo si conclude; la scelta della parola conclusiva dei suoi romanzi è sempre stata per Conrad particolarmente importante.
In tutte le sue opere di narrativa Conrad affronta il problema del non conformista, dell’emarginato. In un certo qual modo in Victory il problema è rovesciato: Axel Heyst non è un emarginato, è lui stesso che emargina la società. Disprezza il mondo e tutte le sue attività e si isola per scelta. Ma questo isolazionismo finisce per rivelarsi una forza distruttiva inesorabile.
Il modo nel quale l’autore costruisce la tensione è estremamente moderno. Conrad stesso afferma di aver voluto inserire più “roba di vita” in Victory che in qualunque altra cosa avesse scritto fino allora. Ed è questo che forse fa di Victory l’ultimo dei suoi grandi romanzi. E le “robe di vita” che troviamo in questo romanzo non sono probabilmente estranee all’esperienza del vissuto di Conrad stesso, che sembra condannato alla tristezza fin dalla nascita.
Victory è diviso in quattro parti: la prima è scritta da un punto di vista neutro, del narratore stesso, e serve a fornire a chi legge una descrizione oggettiva di Axel Heyst e introdurre l’ambientazione drammatica di Samburan. Nella seconda parte ci si sposta progressivamente a prendere la posizione soggettiva sia di Heyst che dell’albergatore Schomberg. Nella seconda parte vengono anche introdotti i personaggi malvagi del racconto. Fermo restando che i peggiori furfanti restano l’albergatore Schomberg e il direttore di orchestra Zangiacomo (nella quale orchestra suona Lena che sarà il personaggio femminile estremamente complesso e di maggior spicco della vicenda) entrambi naturalmente tedeschi, cosa che permette a Conrad di sottolineare la sua particolare antipatia per il “carattere teutonico”.
Nella parte terza ci viene descritta Samburan come appare dopo che la compagnia carbonifera – la Tropical Belt Coal Company – è fallita e Heyst, che ne era stato messo a capo dal capitano Morrison – altra figura che meriterebbe una attenta analisi – la sceglie comunque come propria residenza insieme a Lena. Conosciamo il domestico cinese Wang e approfondiamo la conoscenza del trio dei “cattivi”, il nobile e misogino Jones con il suo aiutante Ricardo e un servitore colombiano rozzo e brutale di nome Peter o Pedro. I tre sono stati indirizzati all’isola di Samburan dalla volontà malvagia e vendicativa dell’albergatore Schomberg. La quarta parte che si svolge in poco più di una giornata è il culmine e la sintesi delle prime tre. L’uso del flashback è magistrale e sempre pertinente e funzionale alla trama.
L’uso di scene fortemente drammatiche rende la lettura particolarmente avvincente: ne ricordiamo alcune: l’incontro di Heyst con Morrison nelle strade di Timor; la scena nella sala concerti dell’albergo dove Heyst vede per la prima volta Lena tormentata dalla signora Zangiacomo; l’incontro di Heyst e Lena di notte nel giardino dell’albergo; la scena nella quale Jones e Ricardo costringono Schomberg a conceder loro la sala concerti per trasformarla in bisca; la scena nella sala del biliardo dell’albergo nella quale l’albergatore finisce per dirigere i tre “cattivi” all’isola di Samburan. La quarta parte è tutto un susseguirsi di scene memorabili.
Nonostante il carattere sostanzialmente tragico del romanzo, non mancano gli spunti di ironia e di umorismo. Esempio eclatante è la descrizione delle pratiche commerciali (decisamente poco proficue) di Morrison con i “villaggi abbandonati da Dio”, ma anche la descrizione della lotta tra Schomberg e Zangiacomo; la lunga conversazione tra Schomberg e Ricardo, sebbene improntata a toni minacciosi, contiene punte di delizioso umorismo.
Altro aspetto importante e caratteristico della narrativa conradiana è l’uso di simbolismi che gli servono anche per prefigurare sviluppi successivi della trama. Il più interessante è il frequente riferimento al fuoco. Un’altra caratteristica abbastanza tipica di Conrad è la caratterizzazione a “coppie” dei suoi personaggi. Qui in particolare abbiamo quattro coppie di personaggi: Heyst e Jones, gentiluomini della buona società; Lena e Ricardo, devoti e legatissimi ai suddetti gentiluomini (la Vittoria del titolo è quella che Lena ottiene su Ricardo); i capitani Morrison e Davidson proprietari di navi mercantili; Pedro e Wang, servitori. Tutte e quattro le coppie presentano tra loro contraddizioni e antitesi che sono funzionali non solo alla costruzione della trama ma anche a sottolineare i significati simbolici sottesi a questa.
La tecnica narrativa di Conrad non può mancare di sollevare domande stimolanti nella mente di chi legge e la tecnica della “storia aperta” non è fine a se stessa ma proprio a far sì che lettrici e lettori possano decidere da soli che cosa è successo realmente.
La traduzione, del 1946, è di Gino Cornali, giornalista scrittore e commediografo, autore tra l’altro di uno dei libri più belli sulla prima guerra mondiale Un fante lassù. Pur essendo dichiarata traduzione integrale è stata tagliata la parte introduttiva del primo capitolo della terza parte. I capitoli della quarta parte sono stati invece talvolta accorpati tra loro. Abbiamo riportato in nota la parte mancante. Per il resto la traduzione è moderna, accurata e rispettosa dello stile dell’autore e dei suoi intendimenti. Inoltre Cornali non ha tradotto né la breve premessa dell’autore alla prima edizione né quella più ampia anteposta alle edizioni successive. Traduciamo qui di seguito entrambe queste premesse dell’autore.
Sinossi a cura di Paolo Alberti e Catia Righi
Dall’incipit del libro:
In questo nostro secolo scientifico, il piú piccolo scolaro sa che c’è un rapporto chimico assai stretto fra il carbone e il diamante. Per questo, forse, qualcuno ha definito il carbone come «diamante nero». L’uno e l’altro esprimono una ricchezza; ma dei due il carbone è la forma di proprietà meno facilmente trasportabile. Anzi manca assolutamente di una possibilità di sintesi. Pensate se si potesse mettere una miniera di carbone nel taschino del proprio panciotto!… Eppure il carbone esercita un autentico fascino: è la suprema comodità di questo secolo in mezzo al quale siamo accampati come dei viaggiatori smarriti in un albergo lussuoso e tumultuoso. Proprio per queste due considerazioni, una pratica e l’altra mistica, Axel Heyst non partí.
La Compagnia dei carboni della zona tropicale era in liquidazione. Il mondo finanziario è un mondo misterioso dove, per quanto possa sembrare incredibile, la evaporazione precede la liquidazione. Prima il capitale evapora, poi la compagnia liquida. Sono leggi fisiche assolutamente contro natura, ma che spiegano l’ostinata inerzia di Heyst, del quale, noialtri laggiú, si rideva tra noi volentieri, senza cattiveria per altro. Un corpo inerte è inoffensivo, non provoca ostilità, non val nemmeno la pena di scherzarci.
Scarica gratis: Vittoria di Joseph Conrad.