(voce di SopraPensiero)

Pubblicato Villeggiature in Roma antica di Guido Calza.

La descrizione dei luoghi di villeggiatura dei romani di un tempo, da quelli più eleganti e mondani, come Baia, a quelli «di campagna», «in villa» come Anzio e Literno, Miseno, Tuscolo e Pozzuoli, tutti ritrovi ambiti per personaggi come Scipione, Cicerone, Lucullo, Orazio.

Dall’incipit del libro:

Si potrebbe credere che il desiderio e il bisogno di villeggiare sia una conseguenza della nostra civiltà meccanica e rumorosa, della nostra vita moderna movimentata ed affannata. Non è così. I Romani, la necessità della villeggiatura, la sentirono come noi. Fuggivano dalla città in campagna per gli stessi nostri motivi: per ragioni sanitarie ed igieniche, per interrompere il lavoro di ogni giorno, per riposarsi dalle fatiche e dalle gravi cure degli affari privati e di Stato, per allontanarsi dal rumore assordante di una città come Roma che non era nè sotto la Repubblica nè sotto l’Impero una città silenziosa come abbiam tentato di renderla noi oggi.
L’amore per la campagna e il desiderio di villeggiare nascevano o, per contrasto, dal disgusto della vita cittadina, o per un intimo bisogno di vivere, una volta tanto, conforme a natura fuggendo tutto ciò che v’è di convenzionale, di fittizio nel viver cittadino dove la civiltà conduce a vivere spesso fuori della verità.
E poichè la natura è una scuola di verità e di libertà essa finisce ad essere una grande scuola di moderazione e di possesso di sé stessi. È questo il tema della decima epistola di Orazio in cui il poeta espone e riassume quel che sentivano, in fondo, i migliori tra i cittadini. Ma poichè contro questi ruris amatores c’erano, impenitenti, anche gli urbis amatores che non si rassegnavano a rinunciare neppure per breve tempo al lusso, al divertimento, alle compagnie spensierate, ai pettegolezzi cittadini, facevano in sostanza, quel che si fa spesso anche noi oggi: si trasferiva in campagna la vita di città, mutando ambiente ma conservando modi, abitudini, atteggiamenti urbani.