Il Voyage autour de ma chambre, piccolo scritto intimista nato, come si è letto, dalla obbligata reclusione, appartiene a quella categoria di libri, di quei classici di seconda linea, di cui si conosce a mala pena l’esistenza e che con gran probabilità quindi non si è mai letti ma che assurgono con incredibile leggerezza ad un piano universale.

Scritto e pubblicato pochi anni dopo il noto Viaggio sentimentale (A Sentimental Journey through France and Italy) di Laurence Sterne, questo Voyage si inserisce con grande ironia nel filone letterario molto in voga all’epoca, la letteratura di viaggio come racconto di memorie e/o Baedeker del giovane bel mondo protagonista del Grand Tour.

La situazione di reclusione sanitaria dell’inizio del 2020 ha riportato il Voyage alla ribalta e il testo non manca di risultare straordinario e certamente sarà letto anche in futuro con grande piacere. È un tuffo nelle proprie memorie e nelle proprie riflessioni. Non c’è profondità psicologica ma piuttosto un’amabile e arguta introspezione, circondata dall’apparire di presenze familiari – il cameriere personale, l’amata “cagnuola”, … – e dai quotidiani oggetti di una camera da letto – la poltrona, il letto, lo scrittoio, alcune stampe, uno specchio, la veste da camera, … – che lo portano, e ci riportano, a considerazioni sulla musica, sulla pittura, sull’amore, sulla vanità umana, …

In quella stanza l’autore mette tanta umanità e tanta ironica intelligenza, dimostrandoci quasi scientificamente che l’immobilità forzata può esaltare tutti i vantaggi della libertà. Da non perdere la dotta ed altamente “metafisica” spiegazione del “sistema dell’anima e della bestia” – veramente esilarante e tanto straordinariamente vicina alla nostra vita di tutti i giorni; gli innegabili vantaggi di questo tipo di viaggio, adatto proprio a tutti; ancora le meste riflessioni intorno ad una rosa ormai secca; la gioiosa e colta esalazione della lettura, infinito, misterioso, “bellissimo fra tutti i viaggi, dopo quello però intorno alla mia camera”.

Introducendo una dissertazione sulla pittura come una delle massime espressioni umane, il M. scrive ‘Altronde essa è il Dada di mio zio Tobia’. L’allusione è al personaggio di Tristam Shandy, romanzo di Sterne, e al suo hobby di ricostruire le battaglie alle quali ha partecipato, nel giardino di casa: è il suo hobby horse, il suo dada, come lo chiamano i francesi, in cui perdersi e dimenticare i dispiaceri e i dolori. La pittura, come attività e come studio, è il dada, il cavalluccio, l’hobby di M. e lo consiglia vivamente a tutti.

Leggendo dunque il Voyage, cosa altamente consigliata, si scopre come in realtà si abbia tra le mani un vero e proprio manuale per imparare a far viaggiare la propria anima da sola, per “estendere in certo modo la propria esistenza, l’occupare ad un tempo la terra e i cieli, il raddoppiar, per così dire, sè stesso”. Nel suo prezioso piccolo, questa bluette è veramente un capolavoro!

Quanche anno dopo Maistre scrive un piccolo seguito al Voyage, è l’Expédition nocturne autour de ma chambre, un libello ahimè ancor meno noto, ma di una ricchezza inesauribile, nato a seguito di una reclusione questa volta volontaria, ma pervaso anch’esso da intelligenza, humor e ironia.

La prima edizione del Voyage è pubblicata anonima, con la mancante indicazione d’autore seguita da una sigla incomprensibile. La pubblicazione risulta fatta a Torino nel 1794, ma in realtà a Losanna nel 1795. Vedi la scheda completa nell’OPAC SBN https://opac.sbn.it/bid/RMRE000497

Nel 1877, per una nuova edizione, Charles Augustin de Sainte-Beuve – sì proprio quel critico così fortemente avversato da Marcel Proust per le sue idee di critica letteraria – scrive una prefazione/saggio sull’autore, al volume che pubblica insieme il Voyage e l’Expédition nocturne. Qui il critico sostiene che ‘la vocazione letteraria del conte Xavier è completamente sottomessa all’ascendente del conte Joseph’. Parlerei invece più che di vocazione alla scrittura, di fortuna per la lungimiranza e l’ostinazione di un fratello che ha saputo scoprire un gioiello nel piccolo libro di riflessioni. Perché il nostro M. in realtà scriveva par hasard e proprio per suo gusto personale, e solo lo sprone di Joseph fa sì che la bluette del fratello cadetto sia conosciuta e molto apprezzata.

La prima traduzione italiana (1823) si deve a Giuseppe Montani, interessante figura di saggista e critico letterario, fedele collaboratore del periodico d’informazione letteraria e politica Antologia di Giovan Pietro Vieusseux, fondato nel 1821 ed al quale collaborano, tra gli altri, Ugo Foscolo, Giacomo Leopardi e Giuseppe Mazzini. Nel corso delle riedizioni si susseguono prestigiosi traduttori e tra questi Silvio Spaventa Filippi, Alvise Zorzi… fino al più recente Flavio Santi. Del Voyage e dell’Expédition esiste anche una traduzione di Paolina Leopardi (Viaggio notturno intorno alla mia camera. Traduzione dal francese dell’opera di Xavier de Maistre e altri scritti, a cura di Elisabetta Benucci, Venosa 2000).

Sinossi a cura di Claudia Pantanetti, Libera Biblioteca PG Terzi

Incipit del libro:

Quanto è glorioso l’aprir nuova carriera agli ingegni; il comparire improvviso nel dotto mondo, con un libro di scoperte alla mano, qual cometa inattesa nella vastità dello spazio! – No, più non debbo tener il mio libro in petto: eccolo, o signori, leggetelo. Ho impreso e compito un viaggio di quarantadue giorni intorno alla mia camera. Le osservazioni importanti che in esso m’è avvenuto di fare, il piacere continuo che da esso ho tratto, mi movevano a desiderare di pubblicarne la descrizione, la certezza d’esser utile a molti mi vi ha determinato. Il mio cuore prova una soddisfazione inesprimibile, quando penso all’infinito numero di sventurati, a cui offro un espediente sicuro contro la noja, un sollievo contro i mali che soffrono. Il diletto di viaggiare nella propria camera è immune dall’inquieta gelosìa degli uomini e indipendente dalla fortuna.
Avvi infatti alcun misero sì derelitto a cui manchi un ricovero, ove rifugiarsi e nascondersi a tutti gli sguardi? Altro apparecchio non abbisogna pel viaggio ch’io propongo.
Ogni uomo sensato, io non ne dubito, vorrà appigliarvisi, di qualunque indole, di qualunque temperamento gli sia. Avaro o prodigo, ricco o povero, giovane o vecchio, nato sotto la zona torrida o presso al polo ei può viaggiare, com’io ho viaggiato. Non avvi nell’immensa umana famiglia, che formicola sopra la terra, un solo, – no, non avvi un solo (di quelli, intendo che abitano camere) il qual sia per negare la sua approvazione alla nuova maniera di viaggiare, ch’io introduco nel mondo.

Scarica gratis: Viaggio intorno alla mia camera di Xavier de Maistre.