Breve testo che riporta il discorso del prof. Guido Fano all’inaugurazione dell’anno accademico 1922. L’intervento tratta il ruolo degli studi scientifici in confronto a quelli classici nella formazione degli studenti universitari (dibattito ancora oggi presente). In questo discorso rivela la propria visione della scienza e del ruolo di questa non solo nella formazione ma anche nello sviluppo della società. La sua visione non è utilitaristica né tantomeno tecnicista, ma

«la scienza implica sopratutto ricerca teorica, disinteressata, che non può essere vincolata da preoccupazioni pratiche e da considerazioni utilitarie; investigazione della natura, scoperta delle sue leggi più generali, dei legami, spesso reconditi quanto intimi, tra diversi ordini di fenomeni […] E le serie profonde ricerche scientifiche esigono tutto un complesso di doti dello spirito, che solo con progressivo tirocinio mentale si consolidano, e sopratutto si raffinano; facoltà di analisi minuta dei fatti, da svariati punti di vista; facoltà di cogliere analogie, e assurgerne a sintesi geniali: sagace connubio di osservazione e ragionamento; il tutto integrato da larga, multiforme coltura, e perciò incompatibile con una eccessivamente precoce specializzazione tecnica. – Alla formazione e al perfezionamento di questo spirito scientifico può largamente contribuire l’antica filosofia greca, iniziatrice della vita intellettuale del mondo, che ci offre esempi di profonda analisi e critica, speculazioni che a volte, in forma primordiale, mirabilmente si accostano a vedute moderne; espressione di uno sforzo intenso, continuo, tenace, diretto a cogliere la realtà della natura, coordinando possibilmente le nozioni acquisite dai sensi […]»

Passa poi in rassegna i progressi compiuti dalla scienza nei secoli e la capacità della stessa di rappresentare la realtà. Dimostra altresì piena conoscenza e comprensione degli ultimi sviluppi (corpuscolarità della materia, radioattività, relatività e primi approcci della meccanica quantistica), soffermandosi in particolare sulla fisica statistica nella descrizione della termodinamica, strettamente legata alla matematica del calcolo delle probabilità.

Un aspetto interessante è la possibilità di risalire a tutti gli articoli citati nelle note pubblicati nella rivista “Scientia”, che risultano disponibili in rete (https://amshistorica.unibo.it/scientia).

Sinossi a cura di Gianluigi Trivia

Dall’incipit del libro:

Eccellenze, Signore, Signori,
L’eterno dibattito sull’importanza da attribuirsi agli studi scientifici in confronto agli studi classici ebbe un giorno a campioni, in Francia, attorno al 1840, un insigne astronomo e fisico, Francesco Arago, e l’illustre autore delle Méditations poétiques, Alfonso Lamartine. Credeva Arago di aver inchiodato al muro l’avversario, gridandogli: «Non è colle vostre belle parole, che si fabbrica lo zucchero di barbabietola; nè con versi alessandrini che voi estrarrete la soda dal sal marino!». E soggiungeva: «È la scienza che ha fatto cadere per sempre i pregiudizi!». Lamartine non negava che la scienza fosse utile; ma: «Se il genere umano – diceva – fosse condannato a perdere interamente uno di questi due ordini di verità, o tutte le verità matematiche, o tutte le verità morali, esso non dovrebbe esitare a sacrificare le verità matematiche; perchè, se si perdessero tutte le verità matematiche, l’industria, il mondo materiale, ne avrebbero indubbiamente un danno immenso; ma se l’uomo perdesse anche una sola delle verità morali acquisite cogli studi letterari, questo segnerebbe la morte sua e dell’umanità intera». E concludeva inneggiando alle lingue «che voi chiamate morte, e io chiamo immortali».

Scarica gratis: Vedute matematiche su fenomeni e leggi naturali di Gino Fano.