Quando uscì questa raccolta di poesie, nel 1876, il pubblico dei lettori di Fogazzaro, non fu per niente entusiasta e la sottopose a numerose critiche. Questa raccolta è stata pubblicata dopo il poemetto in versi sciolti Miranda. Nella prefazione di questa raccolta, lo stesso autore dice che “mi si rimproverò, a ragione, d’aver gettato alle vetrine il segreto d’un cuore verecondo di donna”. Il pubblico, a fronte di questa critica, non si attendeva, dopo il poemetto Miranda, composizioni “di complessione gracile, che si faranno buona compagnia camminando adagino”, ma forse altra composizione di impianto sentimentale come Miranda, ma che ne correggesse quelli che erano, a suo avviso, i punti deboli. Il pubblico di lettori, trovandosi invece di fronte ad una raccolta di poesie pervasa da un senso naturalistico e fortemente legata al paesaggio di Oria, non ne fu entusiasta.

Il volume è composto da due raccolte distinte: Valsolda e Poesia dispersa. Alcune composizioni, come scrive Tommaso Gallarati Scotti nella sua opera – forse la più completa su Antonio Fogazzaro – sono precedenti al poemetto Miranda, quindi sono frutto del Fogazzaro esordiente.

I vari componimenti che formano il volume sono quasi tutti inerenti la natura, e non trattano situazioni sentimentali particolari, ma, come afferma lo stesso Fogazzaro nella sua prefazione a questa edizione, egli è in cerca

«di angoli tranquilli come questa Valsolda dove l’aria sia clemente e possa forse allignare qualche amicizia sentimentale.»

Quindi il tema dei sentimenti, pur essendo questa raccolta essenzialmente naturalistica, è sempre presente nella produzione letteraria di questo autore.

Nelle varie poesie si possono notare echi di altri poeti precedenti, Giusti, Zanella ed addirittura echi leopardiani, come nella poesia Cecilia dove vi sono vaghi echi del Sabato del villaggio di Leopardi.

Le situazioni amorose, come lo stesso autore si auspica nella sua prefazione, fanno capolino assieme a descrizioni naturalistiche, come nella poesia Fascino, che dopo descrizioni naturalistiche legate al paesaggio di Oria ed il suo lago

«Sol parlava, mugghiava,
Romoreggiava, urlava
Per dirupate sponde
Saltando la cascata
Infaticata
A l’ime acque profonde.»

cambia tono e si trasforma in descrizione di una certa audacia:

«Molli nel riso, audaci
Labbra ne’ caldi baci
Ha la diletta mia.»…

«Vide cercar ne l’onde
Una sottil figura
Nuda, una scura
Copia di chiome bionde,».

Non mancano neppure echi che preannunciano poeti posteriori. Nella poesia A sera c’e in rincorrersi della campane delle frazioni del paese, Oria, Puria, Osteno, e gli echi delle varie valli, ed alla fine anche la cascata di Rescia, che preannuncia la dannunziana Pioggia nel pineto, perché da l’impressione al lettore di sentire effettivamente le campane, gli echi e la cascata. Infatti vi sono ripetizioni di frasi per ciascuna campana poi ripresi dagli echi. Ad esempio il verso “guarda i mortali! Oriamo.” è ripetuto per le campane di ciascuna frazione di Oria. E l’eco della valle: “Oriamo”. Procedimento ripetuto per tutta la composizione.

Il tutto inserito nell’ambito del paesaggio del luogo, sulle sponde del lago di Lugano, dove Fogazzaro, passava le estati.

Ma, a parte sporadiche poesie che toccano altri temi, – vale a dire il tema amoroso e anche quello religioso che preannunciano il dilemma di questo autore, cioè la sua religiosità da un lato, accompagnata però da una certa trasgressione che lo farà diventare un seguace del modernismo in un periodo storico dove esso era molto osteggiato – le composizione in maggioranza sono, come d’altronde aveva preannunciato lo stesso autore nella prefazione, inserite nella natura e nel paesaggio di Oria.

Sinossi a cura di Giuseppe Piero Perduca

Dall’incipit della prima poesia, Fascino, dalla raccolta Valsolda:

Da lontani orizzonti,
Nascosa dietro a’ monti,
Salia la luna in cielo.
Lago avvolgeva e chete
Valli segrete
De l’alta notte il velo.

Sol parlava, mugghiava,
Romoreggiava, urlava
Per dirupate sponde
Saltando la cascata
Infaticata
A l’ime acque profonde.

Scarica gratis: Valsolda ; Poesia dispersa di Antonio Fogazzaro.