Pubblicato nel 1912 e digitalizzato a partire dalla prima edizione, questo romanzo racconta una storia di amore tra fratelli, e si rivolge quindi a giovanetti di ambo i sessi, per ammaestrarli, come è tipico della scrittrice, attraverso il racconto, a seguire onestà e rettitudine. Un intreccio ambientato tra Europa ed America, ed una maggiore varietà di protagonisti rispetto alle opere a cui la Vertua aveva abituato il suo pubblico, rendono questo romanzo abbastanza insolito nel panorama della produzione letteraria dell’autrice.

I due fratelli, rimasti orfani e poveri dopo la morte dei genitori, si chiamano Arturo e Sergio; il primo, il maggiore, ha promesso al padre in punto di morte di badare come un padre al minore: l’ha iscritto al migliore collegio, e per mantenerlo agli studi ha cercato un lavoro, e si è impegnato duramente e senza risparmio di forze per finanziare la vita del fratellino. Arturo infatti fa il clown acrobata in una compagnia circense che va per la maggiore, e fa spettacoli, applauditissimi, nei teatri delle grandi città. Toni è appunto il suo nome d’arte, con il quale è diventato popolare.

Sergio invece cresce nel lusso e anziché essere grato ai sacrifici che Arturo compie per lui, si vergogna di avere un fratello con un mestiere così umile, e si tiene lontano da lui quando la compagnia circense arriva nella sua città. La vita al di sopra dei suoi mezzi diventa una regola per Sergio, incurante dei buoni consigli dell’ex compagno di collegio Piero. Sergio prende senza indugi la cattiva strada, mentre Arturo trova tra la gente del circo una vera famiglia, e con il successo acquista un cottage ove si ritira a vivere con il vecchio Loulou, la buona Lalla e la piccola Cora, già stella del circo ed ora dedita agli studi per diventare una vera signorina.

Dopo l’ennesimo fallimento, Sergio chiede ad Arturo ed ai suoi compagni di poter essere ospitato in casa loro, in attesa di riprendere una vita onesta, ma anche questa volta le sue sono menzogne, e non tarda a tradire i buoni sentimenti di chi l’aveva accolto. Ma non può mancare un lieto fine che ribadisca la morale dell’opera: mentre una vita futura d’amore attende Arturo e Cora, l’indegno fratello riceve il castigo finale, e muore malamente.

Sinossi a cura di Gabriella Dodero

Dall’incipit del libro:

Dello spettacolo grandioso che si dava al Dal Verme, con cavallerizzi, ginnasti, equilibristi, due elefanti ammaestrati e certe pantomine che facevano correre mezzo Milano, l’attrattiva maggiore era il Tony della compagnia; un clown che portava un faccione tessuto sul davanti degli ampî pantaloni, si dipingeva il volto in modo da far smascellare dal ridere al solo vederlo, spiccava salti che neanche un camoscio inseguito ed eseguiva con aria buffona gli esercizi più arrischiati.
Faceva ridere con la figura ed i lazzi e strappava applausi con l’agilità straordinaria, la bravura a tutta prova, il coraggio.
Mai fino allora si era veduto un clown compagno. La sua fama aveva fatto il grido della città e la gente accorreva, faceva ressa all’entrata, si pigiava. I posti a pagamento si dovevano prendere un dì per l’altro.
Chi era riuscito ad avvicinarlo, diceva di lui, che era un bel giovinetto di vent’anni all’incirca, che parlava spedito parecchie lingue, che era educatissimo, che il capo della compagnia ed i compagni stessi lo trattavano con marcata deferenza.
In teatro non ci andava che per le prove e lo spettacolo. Gli esercizi li doveva fare a casa. E quel mostrarsi sempre inappuntabile in ogni maniera di salti e giuochi ginnastici, gli aveva guadagnato la stima e il rispetto della compagnia. Perfino la bella Zoe, che ballava sulla groppa dei cavalli e attraversava i cerchi a corsa sfrenata, tutta scintillante d’oro e pietre smaglianti, perfino essa, che guardava tutti d’alto in basso, aveva sempre per lui una parola gentile ed un sorriso.
Ma egli non si curava nè di deferenze nè di sguardi e tanto meno di sorrisi. Corretto, anzi gentile con tutti, aveva un certo modo di fare e di dire, da far capire a distanza, che alla compagnia apparteneva solo quel tanto che era necessario al suo dovere; e niente più.

Scarica gratis: Toni generoso di Anna Vertua Gentile.