(voce di Luca Grandelis)

Festeggiare le donne nel settore scientifico e tecnologico? «Sì può e si deve fare», questo sostengono i membri l’associazione culturale «Museo Piemontese dell’Informatica» e per farlo hanno organizzato, per il 16 ottobre alle ore 17:30, presso la Sala delle Colonne del municipio della Città di Torino, una tavola rotonda dal titolo «Il ruolo delle donne nel progresso scientifico e tecnologico» con, a corredo, una mostra su Lady Ada Byron, prima programmatrice della storia.

L’associazione culturale MuPIn, ottenendo il patrocinio di enti pubblici, aziende e università, ha aderito a Finding Ada, giornata internazionale dedicata a Lady Ada Byron in Lovelace e a tutte le donne che con i loro successi nel campo delle scienze, della tecnologia, dell’ingegneria e della matematica hanno lasciato un segno nel mondo, permettendoci quei progressi di cui oggi non ci rendiamo nemmeno conto ma che permeano la nostra vita quotidiana.
Ma perché l’interesse verso un evento del genere? Tra il 1842 e il 1843 Ada Lovelace sviluppa un algoritmo per il calcolo dei numeri di Bernoulli che, tradotto in un linguaggio di programmazione, può funzionare su un moderno computer. Ada ha scritto il primo esempio di software pensando alla Macchina Analitica progettata e mai realizzata da Charles Babbage; una calcolatrice meccanica, con l’architettura dei moderni calcolatori elettronici (memoria, unità di calcolo e di controllo, dispositivo di input/output) che sarebbero stati introdotti, per altra strada, solo fra gli anni Trenta e Quaranta del Novecento.
Ada ha intuito, con lucidità, le potenzialità della macchina che ancora non esisteva, e compreso, se non meglio di Babbage in modo diverso, come potesse essere usata per operare non solo con numeri, ma con simboli anche astratti, fossero algebra o musica.
Nel 1953, le note di Ada sulla macchina Analitica di Babbage furono pubblicate riconosciute come la prima descrizione di software per computer.
Ada Lovelace con il suo algoritmo e le sue osservazioni anticipa un’era, quella dei programmatori e della tecnologia informatica. Nel 1979 il suo nome è stato dato a un linguaggio di programmazione commissionato dal Pentagono per sostituire gli oltre 400 idiomi diversi in uso nella gestione di banche dati e sistemi d’arma. Nel 1991, presso lo Science Museum di Londra, è stata costruita per la prima volta l’intera macchina di Babbage.
L’idea di portare alla luce anche in Italia e, in particolare a Torino, la figura pionieristica di Ada Lovelace, è parsa agli iscritti al MuPIn di particolare valore per restituire la memoria di una figura di grande ingegno e capacità che non ha avuto l’adeguato riconoscimento nella storia come molte altre donne che hanno contribuito all’evoluzione scientifica e tecnologica dell’umanità.
Proporre l’Ada Lovelace DAY a Torino, e grazie ad internet, in tutta Italia, si pone quale occasione per valorizzare i risultati delle donne in campo informatico e tecnologico soprattutto per invogliare le più giovani a investire – sulle orme di precorritrici importanti – nelle carriere scientifiche e tecnologiche contribuendo a ridurre il gap che vede le donne ancora un passo indietro in questi percorsi e, più in generale, per colmare il digital divide che caratterizza il nostro paese.
Invogliare giovani donne nel campo della scienza e della tecnica è il punto focale a cui il MuPIn ha pensato. Per far ciò, quindi, sta lavorando ad un contest di programmazione aperto solamente alla partecipazione di giovani donne entro i 35 anni d’età e volto allo sviluppo di un’applicazione per apparati mobili come smartphone e tablet, ovvero, l’hardware del presente e del prossimo futuro e sul quale aziende leader del settore stanno orientando i propri sforzi. Tale contest sarà presentato durante la serata del 16 ottobre e continuerà sino al 10 dicembre, anniversario della nascita di Lady Ada e giornata scelta per la premiazione da parte di una giuria selezionata tra docenti universitari, giornalisti ed esperti del settore. Il premio? Una targa commemorativa. Per rendere poi auncora più interessante il contest, il MuPIn ha pensato anche ad un tablet o uno smartphone.
L’associazione MuPIn (www.mupin.it), insieme ai suoi iscritti, non si ferma qui. Seppur giovane, essa organizza molti altri eventi e manifestazioni legati alla storia dell’informatica, come le mostre e le conferenze all’interno del Digital Experience Festival, che si è tenuto lo scorso giugno alle Officine Grandi Riparazioni di Torino. Il suo fine ultimo rimane comunque la creazione di un museo nazionale dell’informatica, come da progetto presentato ufficialmente allo SMAU 2010, a Milano.
A breve partirà lo sviluppo di un’applicazione per smartphone e tablet che possa essere un punto di primo contatto con tutti coloro che vogliono essere a conoscenza delle iniziative organizzate da MuPIn e che vogliano avere informazioni sulla stessa associazione o sulle altre realtà presenti sul territorio nazionale che si occupano di storia dell’informatica.

Articolo precedenteVita di Aldo Pio Manuzio
Articolo successivoLa filosofia di Ricoeur a confronto con le scienze. Un’analisi di Valentina Patruno
Luca Grandelis
Nato a Luca a Torino il 18 gennaio 1967, ha intrapreso una carriera artistica dall'età di 16 anni. Ha lavorato per Radio Torino international e poi come speaker a Radio Veronica, Radio Centro 95 collaborando con personaggi come Marco Morosino e Lucia Valenti, Luciano Alessandria e poi con un proprio ruolo nel palinsesto della radio. All'attività artistica di VoiceOver e speakeraggi a supporto di iniziative promozionali e radiofoniche, da 25 anni collabora con società informatiche e software house in ambito IT. E' anche uno scrittore con due libri nel suo repertorio: "Al buio i colori non esistono" e "Ho riscritto per te il destino". Recita e produce libri per LiberLiber, ma opera anche come correttore di bozze, editing e ghost writing. Da luglio 2011 Luca è la voce di PaginaTre e da novembre 2011 anche di SoloTablet.