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Di tutte le avventure occorsemi nella mia lunga carriera di poliziotto – cominciò Cutt-Hardy – quella che sto per narrarvi fu per me la più difficile a districare. Il problema che si trattava di risolvere era estremamente arduo, consistendo, per così dire, in una equazione di cui le incognite abbondavano stranamente.
Voi ricorderete– disse Cutt-Hardy accendendo una sigaretta – che non molti anni fa vi fu un momento in cui parve scoppiare una guerra tra gli Stati Uniti e l’Inghilterra. E ciò perchè quest’ultima, in causa d’una delle solite ostilità di confine colla Republica del Venezuela, mostrava di non aver troppi riguardi per la nostra celebre ed intangibile dottrina di Monroë
Viaggiavo alla volta di Boston – narrò Cutt-Hardy ai suoi soliti ascoltatori – chiamato da un banchiere il quale era stato vittima di un ingente furto, perpetrato in condizioni misteriosissime.
Il 15 novembre 1897 venne scoperto un misteriosissimo assassinio. Nel fossato d’una strada che conduceva a Boston, alla distanza di pochi chilometri dalla fattoria Dike, fu rinvenuto da due carrettieri il corpo del notissimo e bellissimo William Hooddy.
L’avventura che sto per raccontarvi è la più interessante che mi sia occorsa; perchè in essa poco mancò che io rimanessi vittima d’uno scaltro delinquente… Ascoltate, miei amici. La mattina del 15 gennaio 1898 – anno che segna l’apogeo della mia celebrità – ricevetti la visita d’un signore d’aspetto distintissimo, dallo sguardo intelligente ed acuto, dal sorriso seducente. Appena entrato, egli mi disse con accento tremante…
Come di consueto, Cutt-Hardy si era seduto sulla sua ampia poltrona (il laboratorio delle sue indagini, come egli la chiamava), coi piedi appoggiati, sul marmo del caminetto, ed aveva incominciato ad abboccare la prima delle sue infinite sigarette che fumava durante la narrazione.
Una mattina, e sono appunto sette anni – cominciò Cutt-Hardy – io fumavo deliziosamente nel mio salotto, in attesa di qualche bel caso ove impiegare le mie attitudini speculative. Tutto ad un tratto, senza che nessuno l’annunziasse, entrò nel salotto il signor Cattered, il celebre miliardario che fondò il primo trust.
Era una domenica di luglio – così incominciò un suo nuovo racconto Cutt-Hardy – ed io mi disponevo a santificare la festa con un assoluto riposo; del qual riposo avevo proprio bisogno perchè mi sentivo stanco per l’enorme lavoro dei giorni precedenti. Sdraiato sulla mia poltrona confortable, io stavo fumando uno squisito avana…
La mente umana – incominciò Cutt-Hardy – è di una prodigiosa fecondità nell’escogitare forme di vendetta. Il desiderio di vendicarsi di un nemico, e nel medesimo tempo di sottrarsi all’occhio vigile della giustizia, ha reso fertile l’ingegno del vendicatore di delitti raffinati ed abilmente preparati.